Renzi parte col piede sbagliato: subito una stangata sulla casa

Alla faccia delle promesse sulla diminuzione della pressione fiscale, Renzi si smentisce alla prima occasione che conta. E tanto per cambiare si tratta di un nuovo balzello sulla casa

Renzi parte col piede sbagliato: subito una stangata sulla casa

Il governo Renzi parte subito con le tasse. E, in linea con Monti e Letta, va subito a mettere mano ai patrimoni immobiliari. Il Consiglio dei ministri di oggi ha fato il via libera alla possibilità per i Comuni di aumentare la Tasi fino allo 0,8 per mille che potrà essere utilizzato per le detrazioni. "La Tasi - ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio - è una tassa municipale che andrà regolata dai sindaci come è giusto che sia e che saranno in grado di renderla più equa e flessibile". La mossa del neonato esecutivo ha subito destato preccupazioni sia tra le associazioni di categoria sia all'inerno di Forza Italia. È, infatti, preoccupante che il primo Consiglio dei ministri del governo Renzi cominci sulla linea sbagliata del governo Letta-Alfano.

"Serve a poco parlare di future detrazioni", avverte il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone. In prima battuta, infatti, gli italiani dovranno fare i conti con un aumento di un altro 0.8 per mille. Aumento che equivale, euro più euro meno, a 1,4 miliardi. Dopo di che, fa notare l'esponente di Forza Italia, è praticamente impossibile per lo Stato verificare come si comporteranno 8100 Comuni. "Quand’anche ci fossero eventuali detrazioni per le famiglie sulla prima casa, ci sarebbe comunque un riverbero negativo sui fabbricati industriali e aziendali e sugli altri immobili - ha continuato Capezzone - i cittadini hanno motivo di grave preoccupazioni". A conti fatti si ricomincia dalla tassa sulla casa. Da oggi c’è, insomma, la prima Tassa-Renzi. Tanto che su Twitter ha subito iniziato a girare l'hashtag #ItalianiManoAlPortafoglio. "Altro che nuovo che avanza - commenta Confedilizia - la speranza, perlomeno, è che si tratti dell'ultimo provvedimento del Governo Letta e non del primo del governo Renzi".

Alla faccia delle promesse sulla diminuzione della pressione fiscale, Renzi si smentisce alla prima occasione che conta. E tanto per cambiare si tratta di un nuovo balzello sulla casa e sui capannoni industriali. "Il governo parte con il piede sbagliato", ha tuonato Raffaele Fitto secondo il quale il fumo delle nomine di viceministri e sottosegretari "non può nascondere il solito arrosto fatto di aumenti di tasse per gli italiani". La levata di scudi è generalizzata. Tanto che qualcuno inizia già a invocare le elezioni anticipate.

"Se il primo atto del governo Renzi è un ulteriore aumento delle tasse, significa che ancora una volta le promesse sono tradite - ha dichiarato la senatrice di Forza Italia Elisabetta Alberti Casellati - allora l’unica soluzione è restituire la parola agli italiani, stremati da una crisi economica senza fine, attraverso il voto". Altro che tirare a campare fino al 2018. Se il buon giorno si vede dal mattino...

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