Anche linflessibile governo dei tecnici, qualche volta, ingrana la retromarcia. Rapidamente, per rimediare alla figuraccia fatta davanti al Paese. È quel che è successo ieri: a Palazzo Chigi devono aver letto i giornali, compreso il nostro, che raccontavano la surreale storia delle 400 auto blu spuntate allimprovviso ad arricchire il già sontuoso parco macchine dello Stato. Monti e il suo vice allEconomia Vittorio Grilli hanno capito di essere scivolati su un tema assai pericoloso e così sono corsi ai ripari. Il ministero dellEconomia non comprerà più le auto. Dietrofront. Meglio non esporsi e non solleticare la rabbia che cova fra la popolazione, esasperata dallesplosione di tasse e balzelli. Ora Palazzo Chigi raffredda la temperatura sempre più bollente con una nota che butta acqua sul fuoco delle polemiche: «Il governo non acquisterà nuove auto blu nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, ladozione di unanaloga impostazione». Addirittura. Il governo scopre di voler dare il buon esempio alle Regioni che, invece, in nome dellautonomia, fanno sempre quel che gli pare.
Ma allora dove nasceva la notizia diffusa dallEspresso e rilanciata dal Giornale? Qui il comunicato vola come un surf su cavilli e parolone buone per tutte le stagioni. Dunque, Palazzo Chigi chiama in causa la Consip, la società del ministero dellEconomia che ha scritto materialmente il bando galeotto, e rigira la frittata: «Il bando della Consip non determina automaticamente lacquisto di nuove autovetture. Consip stipula soltanto un accordo quadro che può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessità di spostamento sul territorio». Come si vede, la prosa è un capolavoro di equilibrismo e ambiguità e ci vorrebbe la lente dingrandimento per afferrarne il senso, ma il messaggio dovrebbe essere chiaro: Palazzo Chigi, rosso di vergogna, blocca lacquisto dando al bando, pubblicato in gennaio, un valore assai modesto. Si trattava, secondo linterpretazione autentica, di un accordo quadro, non di una lista della spesa. Mah. Di sicuro si prevedeva che le quattrocento berline, di cilindrata non superiore ai 1.600 cc, avrebbero avuto un costo di circa dieci milioni di euro. Che sobrietà. Ora veniamo a sapere che le cose stanno diversamente. Anzi, il seguito è quasi commovente: «Il bando è pensato soprattutto per le esigenze delle forze dellordine e di quelle che svolgono servizi di utilità sociale che, più di altre, hanno bisogno di mezzi operativi. Attualmente infatti il 61 per cento del parco auto ha tra i 5 e i 10 anni. Gli elevati e continui costi di manutenzione - prosegue Palazzo Chigi - rendono lutilizzo di queste vetture, oltre che inquinante per lambiente, particolarmente diseconomico». Sembra di stare fra le pagine di un manuale di educazione civica. Altro che sprechi e status symbol di una casta che non ne vuol sapere di fare i sacrifici che impone agli italiani.
No, la coppia Monti-Grilli cerca di accreditare il passo falso come fosse una meritoria cura dimagrante: «Il governo ha avviato, con decreto del presidente del Consiglio del 13 gennaio 2012, una politica di riduzione dei costi di gestione delle autovetture. Già nel 2011 cè stato un taglio del 13 per cento rispetto allanno precedente». Quattrocento auto blu in più, ma anche una bella sforbiciata ai costi della pubblica amministrazione. Dopo lacceleratore, il freno e la giravolta. Il sottosegretario Gianfranco Polillo si arrampica ancora più in alto, meglio di un free climber: «Il numero di 400 vetture è stato fatto per dare la possibilità di indire una gara e avere un parametro di riferimento». Spettacolare.
Antonio Borghesi, il deputato dellItalia dei Valori che aveva presentato una tambureggiante interrogazione sulla vergogna in blu, sintetizza: «Il governo è stato beccato con le mani nella marmellata e ha dovuto fare dietrofront». Però, non si sa mai.
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