Ricomincia la guerra di Scampia Fratello del boss freddato al bar

Napoli stava uscendo da un bar dopo avere bevuto un bicchierino, quando é stato assalito da due sicari, che lo hanno ucciso con tre colpi di pistola alla testa. Poi, la fuga in moto e il fuggi fuggi generale degli altri clienti. All'arrivo della polizia, nel «Bar Zeus» in via Napoli, verso Scampia, c'era solo il titolare che ha riferito di non avere visto nulla ma di avere solo udito i colpi di pistola. La vittima era un «eccellente» della camorra: Raffaele Abete, 41 anni, fratello di Arcangelo, in carcere da anni e ritenuto boss degli «scissionisti» di Scampia.
Raffaele Abete è l'ultima vittima della faida di Secondigliano e Scampia, tra gli scissionisti e i cosiddetti «girati» (una sorta di scissionisti degli scissionisti). L'ultimo morto potrebbe essere la risposta all'omicidio di un altro padrino, Gaetano Marino, fratello di Gennaro (in cella), schieratosi con i «girati»dopo avere fondato gli scissionisti.
La nuova faida nasce dalle manie espansionistiche dei boss nel voler controllare le piazze di spaccio di Secondigliano e Scampia, meta per migliaia di tossicodipendenti e spacciatori provenienti non solo da Napoli e da tutta la Campania ma, anche da altre regioni. Il commissariato di Scampia presidia da due mesi il quartiere, setaccia edifici, irrompe nelle «piazze», arresta spacciatori e sequestra armi ogni giorno. Sabato ha sequestrato di kalashnikov, pronti all'uso. Ma non basta. Il presidente della Municipalità chiede «l'intervento dell'esercito, come avvenne durante il governo Berlusconi». A cavallo tra il 2004 e il 2005 si era aperta una delle più sanguinose faide nella storia della camorra, tra il clan Di Lauro e un gruppo di rivoltosi, gli «scissionisti» appunto. Quel clan ribelle si è frantumato da mesi: un gruppo controlla la provincia e sta a guardare come gli ex compagni si ammazzano tra di loro. È guerra aperta invece tra due triadi: da una parte, Magnetti – Mennetta – Petriccione (girati), dall'altra, Abete – Abinante – Notturno (scissionisti). In galera i padri, i boss, i vecchi usciti dal clan Di Lauro e colpi di pistola e mitra, ora comandano le giovani leve.

Come avviene ad esempio per il clan Abete: dentro Arcangelo, le redini le ha prese in mano il figlio Mariano, 20 anni appena ma gia' latitante, ricercato per associazione mafiosa. Anche la cosca dei Di Lauro, in cella il papà', comanda il figlio Marco, latitante e ricercato da anni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica