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"Ridicolo", "Offensivo". Quando Salvini e Alfano si scontrarono da Vespa

Tra il 2015 e il 2016 ci furono tre grandi agguerritissimi faccia a faccia televisivi tra il leader della Lega e quello del Nuovo centrodestra, tra terrorismo, Trump e referendum

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C'è stato almeno un biennio durante il quale Matteo Salvini e Angelino Alfano se le davano - in televisione - di santa ragione: ovvero tra il 2015 e il 2016. Siamo in pieno governo Renzi, con l'allora leader del Nuovo centrodestra che svolgeva le funzioni di ministro dell’Interno ormai ininterrottamente dalla primavera del 2013. I rapporti politici (e personali) con il segretario della Lega sono tutt'altro che ottimi, considerato il fatto che Alfano veniva visto come il "traditore" della coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi, rompendo con quest'ultimo pur di non tornare al voto con la crisi dell'esecutivo di Enrico Letta.

Gli attentati di Parigi

Tre faccia a faccia in tre diverse puntate di Porta a Porta consegnarono alla perfezione l'immagine di due ambienti politici completamente agli antipodi. Se da una parte Alfano dava del "populista" a Salvini, viceversa l'accusa era quella di essere un "poltronaro". Il 14 novembre 2015, il giorno dopo l'attentato al Bataclan, l'attuale ministro dei Trasporti andò direttamente all'attacco dell'allora titolare del Viminale: "I terroristi guardano in tv il ministro Alfano e ridono". E poi ancora: "Ti ho ascoltato per un'ora e non hai detto niente. Tu fai il ministro dell'Interno, dovresti proteggere i miei figli". Alfano tenta di uscire dall'angolo ribattendo: "Guardi che l'attentato è successo a Parigi, volevo informarla di questo. Non è successo in Italia".

La lite su Donald Trump

Ancora più aggressiva fu la lite in onda, sempre nello studio di Bruno Vespa, a ventiquattro ore di distanza dalla vittoria di Donald Trump nel novembre del 2016. "Se il presidente della più importante potenza al mondo annuncia che di immigrazione clandestina stiamo morendo, una riflessione nel governo italiano che va a prendere gli immigrati clandestini non c'è?". "Fare la questione con gli Stati Uniti significa offendere 18 milioni di italiani che da immigrati sono sbarcati in quel Paese". "Ma come fai a mettere sullo stesso piano gli italiani che sudavano e lavoravano con chi spaccia e fa casino". Alfano non ci sta: "Sei agitato". Al che Salvini controribatte: "Preoccupati degli italiani in difficoltà senza lavoro piuttosto che dei clandestini che arrivano da noi. E vergognati!".

Lo scontro sul referendum

Infine, il 5 dicembre 2016: il governo Renzi ha perso il referendum costituzionale la sera prima. secondo Alfano "il 41% degli italiani ha avuto come referente l'intero governo e noi, con il Sì, abbiamo sfondato il nostro elettorato". Salvini lo gela all'istante: "Quindi avete vinto voi?". Per poi ulteriormente affondare: "Andiamo a votare subito, ma non perché convenga ad Alfano per sopravvivere con il suo 0,3%...". Il botta e risposta finale regala questo scambio governo-opposizione. "Guarda che nell'unica elezione generale che si è tenuta in questi anni tu hai preso il 6,1% e io il 4,4%: quindi non fare il Napoleone, se no ti aspetta Waterloo".

"Ma vi pare ministro dell'Interno questo qua? Siamo il punto di approdo degli scafisti e di tre quarti del mondo e questo straparla".

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