Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, parla ai microfoni di Radio Anch'io e commenta la riforma delle pensioni, un passo "importante", cha allontana il "rischio del crollo finanziario".
Il ministro assicura che si occuperà del problema degli esodati, che non ha dimenticato e si impegna "a trovare una soluzione entro il 30 giugno". "Spero di riuscirci prima", commenta, "ma bisogna trovare le risorse per consentire al più ampio numero di queste persone di accedere alla pensione con le regole precedenti".
"Mi sono impegnata a trovare una soluzione equa - commenta - e per soluzione equa intendo trovare risorse per consentire a più persone possibili di accedere al pensionamento".
Fornero poi torna sul tema dell'articolo 18 e punta il dito sulla Cgil, unico sindacato col quale - dopo tre mesi di trattative e di lavoro - non è stato trovato un accordo. Nonostante questo aggiunge: "Non ho mai fatto parte del partito che pensava che con la Cgil fuori, la riforma avrebbe avuto una maggiore capacità di persuasione rispetto ai mercati". Nessuna impostazione ideologica alla discussione dunque.
E ribadisce ancora: "Nessuno vuole dare licenza di licenziare", piuttosto "la possibilità di aggiustamento di manodopera per numeri piccoli". Vincente, secondo il ministro, anche "l'idea di scoraggiare il ricorso al giudice". "Dobbiamo partire dal presupposto che i lavoratori non sono tutti fannulloni e che gli imprenditori non sono solo sfruttatori. In Germania si va dal giudice per il 5% di casi di licenziamento, andare dal giudice è la parte di fisiologia e non di patologia".
La spaccatura del Paese crea "angoscia" al ministro: "Mi stupisco quando vengo descritta senza cuore, non lo sono". E "l’idea che ci sia così tensione sociale, così disperazione fino ad arrivare a gesti estremi mi crea angoscia, l’idea che il Governo e il ministro sia insensibile, non lo è. Anche se appariamo freddi e tecnici ci mettiamo sensibilità, spaccare il Paese è l’ultima cosa che vogliamo fare".
Un commento anche per le parole sul precariato di Napolitano. La riforma del Lavoro, nelle intenzioni del governo, "si propone di contrastare la precarietà e quindi aiuta i giovani". E l'aumento dei costi per i lavori flessibili di certo "non scoraggerà le imprese estere a venire in Italia e quelle nazionali ad investire".
Quelle imprese che si reggono in piedi soltanto grazie al lavoro dei precari "non sono utili alla crescita". Serve dunque un cambiamento.E in chiusura di nuovo il futuro. Nella primavera del 2013, torna a dire Fornero, "tornerò all'università". Lavorare con i giovani "è un privilegio".
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