Riforme costituzionali, passa il ddl: protesta del M5S

Protesta del M5S in Aula dopo l'approvazione del ddl costituzionale. Di Battista: "Istituzione di ladri". La Boldrini sbotta: "Non offenda". E sospende la seduta

Deputati del M5S protestano alla Camera
Deputati del M5S protestano alla Camera

Dopo l'occupazione del tetto di Palazzo Montecitorio, i grillini tornano a gettare la Camera nel caos. A incendiare nuovamente gli animi dei Cinque Stelle è stato il via libera al ddl costituzionale che istituisce il Comitato dei 42 per riformare la Carta.

Il blitz a Montecitorio che ha reso incandescente la votazione sulla procedura di riforma costituzionale al termine di un sonnacchioso dibattito sul ddl costituzionale, è stato scatenato dai deputati pentastellati che al momento della votazione hanno indossato una maglietta con il tricolore e la scritta "138" per difedere le procedure ordinarie di revisione costituzionale previste appunto dall’articolo 138 della Costituzione vigente. Il tutto accompagnato da cartelli esposti con la stessa scritta e lo sventolio di qualche tricolore. Con Ignazio La Russa che, per conto di Fratelli d’Italia e memore di altre famose proteste del passato a Montecitorio, fuori e dentro l’aula, ha quasi preso le difese dei Cinque Stelle. "È vero - ha detto - che oggi violano il regolamento in aula e l’altro giorno sono saliti sul tetto di Montecitorio. Ma su altri tetti poco tempo fa sono saliti in tanti anche di altre forze politiche. Così come di proteste eclatanti ne abbiamo fatte tante in tanti... Piuttosto mi sorprende che proprio loro entrati in Parlamento per il nuovo e contro il vecchiume...". Il "ringraziamento" dello stellato Alessandro Di Battista all'ex ministro della Difesa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nella maggioranza e alla presidenza. "La saggezza di alcune parole del presidente La Russa non ci impedirà - ha gridato al microfono il grillino - di mandare a casa anche lui. Ci aspettiamo una sanzione a cinque stelle per quanto fatto in questi giorni: datecela pure, abbiamo violato il Regolamento. Ce la meritiamo e ce la prenderemo. Ma il male dell’Italia vero oggi è l’ipocrisia. Ci siamo sbagliati a dire che il Pd è come il Pdl. Sono peggio di loro: puniteci pure ma bisogna sbattere fuori dal Parlamento tutti questi ladri...".

Pronto il richiamo del presidente della Camera Laura Boldrini: "Non offenda". Quando la maggioranza ha iniziato ha rumoreggiare, dai banchi del Movimento 5 Stelle sono piovute urla e grida. "Basta - ha insistito la Boldrini - lei non può usare toni offensivi, il rispetto delle regole passa anche da questo, non continuiamo a provocare per favore". "Questo non è un asilo infantile", ha commentato il pidiellino Simone Baldelli. Ma lo scontro in aula è andato avanti con toni aspri. Tanto che la presidente Boldrini si è vista costretta a interromperlo sospendendo la seduta e convocando immediatamente la conferenza dei capigruppo.

"I Cinque Stelle vogliono solo il caos e puntano alla denigrazione dell'avversario politico - ha accusato Ettore Rosato, segretario d'Aula del gruppo piddì alla Camera - questo è l'unico terreno su cui sono in grado di muoversi".

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