La questione Stamina per la comunità scientifica internazionale è chiusa ed è inconcepibile che ci sia chi tenti di riaprirla. É una condanna senza appello quella ribadita ancora una volta dalla rivista Nature nei confronti del Metodo Stamina che invece il presidente della Fondazione Stamina, Davide Vannoni, continua a difendere sostenuto dalle famiglie di tanti malati.
A fare spese del discredito che circonda Vannoni e la sua terapia a base di infusioni di staminali questa volta è anche Camillo Ricordi, il diabetologo dell'Università di Miami che ha dato la sua disponibilità a verificare il contenuto del preparato impiegato nel Metodo Stamina proprio nei suoi laboratori in Usa. Ricordi ha chiaramente detto di non voler procedere ad una sperimentazione perchè non ce ne sono i presupposti ma di voler soltanto verificare il contenuto del preparato. Un'apertura di credito a Vannoni che è bastata però a scatenare la durissima reazione di scienziati e ricercatori che hanno dato in massa le dimissioni da due organizzazioni presiedute e fondate proprio da Ricordi. Il primo a tirarsi indietro è stato Carlo Croce, Direttore dell'Istituto di genetica dell'Ohio State University, che si è dimesso dalla Fondazione Rimed di Palermo, un istituto di medicina rigenerativa.
«Un paio di settimane fa mi è arrivata una mail dalla quale mi sono reso conto che il presidente di quella Fondazione è proprio Ricordi - spiega lo scienziato -. Ho immediatamente rassegnato le mie dimissioni, ho trovato disgustoso che una persona che ha in qualche modo sostenuto Stamina fosse a capo di un'organizzazione clinico scientifica».
Ma Croce non è rimasto il solo. Anche un'altra associazione questa volta fondata da Ricordi, la Cure Alliance, è stata prontamente abbandonata da Carlo Alberto Redi, attuale direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell'Università di Pavia e anche da Giulio Cossu, un altro esperto di staminali dell'University College di Londra. Li ha seguiti anche Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon. Tutti, spiega sempre Nature, si sono dimessi proprio per contestare la disponibilità di Ricordi a verificare il contenuto del preparato Stamina.
Come se il giudizio del Comitato Scientifico nominato dal ministero della Salute non avesse alcuna credibilità. Una credibilità minata agli occhi dell'opinione pubblica (ma evidentemente non degli esperti) dalla sentenza del Tar che ha ritenuto «parziale» il giudizio del Comitato, dando ragione a Vannoni, obbligando così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a nominare un nuovo Comitato che procederà ad una nuova valutazione.
Nature riporta anche nuovi particolari sul lavoro del Comitato Scientifico che a settembre ha bocciato il Metodo Stamina, rilevando prima di tutto come i membri del Comitato fossero contrari all'accordo di segretezza sulla valutazione voluto da Vannoni.
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