
Maurizio Landini rilancia con gli interessi la linea irresponsabile del suo sindacato negli anni in cui i suoi antichi predecessori sostenevano la follia del salario quale variabile indipendente da tutto. Oggi la sua demagogia tutta spesa pubblica e tasse incita addirittura alla rivolta sociale. Chiede di massacrare ulteriormente i ceti produttivi, aumentando ulteriormente i costi del nostro già molto oneroso welfare. Ovviamente l'opposizione di sinistra, con altrettanta irresponsabilità, gli va dietro, prospettando al Paese una linea economico-finanziaria che ci manderebbe velocemente nella palude del sottosviluppo.
E proprio in merito al mantra ripetuto dal segretario della Cgil, il quale sostiene che il governo starebbe facendo cassa sulla pelle dei dipendenti e dei pensionati, togliendo importanti risorse alla sanità pubblica, ho trovato particolarmente interessante un illuminante intervento di Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, agenzia di supporto alle politiche sanitarie di Stato e Regioni.
In estrema sintesi, dato che i numeri hanno sempre una testa molto dura, Mantoan ha dichiarato che nel 2026 sono stati stanziati per la salute 140 miliardi, una cifra senza precedenti. Tutto questo in un sistema oberato da un debito pubblico di circa 3.000 miliardi di euro e ha sottolineato - con una spesa pensionistica che assorbe ben il 16% del Pil, contro il 10% di Francia e Germania. Altrimenti quasi per rispondere alle assurde richieste dell'opposizione politico-sindacale ha teorizzato ironicamente la possibilità di recuperare 40 miliardi da destinare alla Sanità, «mandando tutti in pensione a 70 anni e con il sistema contributivo».
Inoltre, occorrerebbe ricordare a Landini & company che nel 2023, sotto la guida degli affamatori di destra, la spesa previdenziale ha raggiunto la cifra di 347 miliardi, con un incremento del 7,7%, sebbene l'inflazione si sia attestata al 5,7%.
D'altro canto, anche a causa delle dissennate politiche spendaiole del recente passato, l'attuale maggioranza si trova a gestire una coperta di bilancio estremamente corta, con
pochissimo spazio di manovra e la presenza di un Landini, leader del più grande sindacato italiano, che incita sostanzialmente al default non aiuta certamente il Paese a proseguire nel necessario risanamento dei conti pubblici.
C'è da sperare un suo veloce ritorno a Castelnuovo Monti dove lo aspettano pomodori, radicchio e patate.
Per intanto si è aumentato in maniera considerevole lo stipendio alla faccia degli operai........
Qualcuno ricordi gente come Piaggio, che ipotecò la casa per mantenere in piedi l'attività al momento in passivo, prima di avere l'idea della Vespa che salvò l'azienda e fu la prima motorizzazione dell'Italia...
Può farlo disertando i suoi bizzarri proclami di sciopero.
Solo chi ottusamente vuole seguire la falce e il martello di antica e nefasta memoria può ancora dare credito a personaggi simili. Uno che paga i suoi collaboratori 5 euro all'ora e poi li mette in cassa integrazione.
In Italia questo tipo di personaggi devono essere processati per apologia di reato e istigazione a delinquere.
Non ha mai avuto uno straccio di programma se non sbraitare da un palco e incitare alla violenza, mandatelo a lavorare.
Ma quanti lavoratori iscritti reali ha questo sindacato?
Per reali si intende quelli che lavorano nel privato quindi, togliendo i pensionati e la PA.
È un dato disponibile o c'è il segreto di stato?
Sono perone con un contratto a tempo indeterminato, sono persone che hanno un lavoro e, sinceramente, non li capisco.
Questo persone non hanno capito che il sindacato protegge solo se stesso, difficilmente i lavoratori, lo fa solo quando il numero in ballo è elevato, altrimenti è assente.
Basterebbe guardare alla Fiat o Stellantis, lì mica fanno gli scioperi no li fanno solo per protestare contro cosa non si sa.