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La protesta degli anarchici in strada, le fiamme nelle carceri: si alza la tensione

Fiamme all'interno di un Cpr di Torino in segno di protesta mentre dall'esterno la rivolta è stata sostenuta dal lancio di petrdi e fumogeni dagli anarchici

La protesta degli anarchici in strada, le fiamme nelle carceri: si alza la tensione

Nel corso del weekend, il Cpr di via Brunelleschi a Torino è stato messo letteralmente a fuoco e fiamme dai suoi ospiti. Tutto questo mentre all'esterno, nelle piazze di tutta Italia, antagonisti e anarchici inneggiavano allo svuotamento di tutte le carceri e dei centri di permanenza per il rimpatrio. Sabato e domenica gli animi si sono scaldati e all'interno della struttura sono stati appiccati diversi incendi dagli stessi ospiti.

La versione che trapela in queste ore è che i disordini siano frutto di servizi mandati in onda in tv sulla condizione di questi centri, in cui vengono trattenuti i migranti irregolari sul territorio in attesa che vengano rimandati nel loro Paese di origine. Ma ci sono elementi che non collimano del tutto, perché se è vero che anche sabato sono stati trasmessi in tv servizi che avevano come elemento centrale i centri per il rimpatrio, è anche vero che gli stessi servizi sono andati in onda anche nel corso della settimana. Eppure, i disordini si sono verificati nei giorni in cui era maggiore l'allerta anarchica e in cui per le strade di tutte le città sono stati scanditi cori contro queste strutture.

Ma c'è di più, perché non appena è iniziata la rivolta di ieri, nei soliti gruppi di gestione anarchica che si trovano sul web è iniziato un tam tam per richiamare le persone all'esterno del Cpr e sostenere "la lotta". "In questo momento, al Cpr di corso Brunelleschi (Torino) p in corso una rivolta. I reclusi stanno dando fuoco a intere parti della struttura, chi può ci raggiunga", si legge nel messaggio. E ancora: "Diversi reparti di celere sono schierati sulla via, altri sono dentro il Cpr insieme ai vigili del fuoco, ma il fumo continua a essere visibile e alto".

Quindi, ecco la conclusione che richiama gli slogan scanditi nel corso delle manifestazioni: "Solidarietà a chi lotta dentro ai centri di reclusione. Fuoco ai Cpr". La solidarietà anarchica non si è fatta attendere e così, dopo pochi minuti, un manipolo di facinorosi si è radunato all'esterno del centro di permanenza per il rimpatrio allo scopo di dare man forte ai clandestini.

C'è stato un lancio di fumogeni e di petardi contro le mura di cinta del centro e sono state contestualmente danneggiate alcune auto che si trovavano in sosta in quella zona.

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