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"Rizzo non sarà più segretario": il giallo nel Partito comunista

L'ex leader tenta di allontanare le polemiche scoppiate dopo la diffusione della notizia, parlando di una scelta volontaria

"Rizzo non sarà più segretario": il giallo nel Partito comunista

Con un comunicato tanto improvviso quanto striminzito il Partito comunista annuncia a sorpresa a iscritti e militanti che Marco Rizzo non sarà più il leader della compagine: a sostituire nel proprio ruolo l'oramai ex segretario sarà Alberto Lombardo, docente presso l'Università degli studi di Palermo. Un vero e proprio giallo, sia per la tempestività dell'operazione che per l'altrattanto repentino cambio di guardia, anche se, interpellato da il Corriere della sera, Rizzo ha voluto buttare acqua sul fuoco delle polemiche.

Il comunicato

"Il Comitato Centrale del Partito Comunista ha approvato a larghissima maggioranza (5 voti contrari 1 astenuti) i documenti del 4° Congresso Nazionale. È stato definitivo il nuovo assetto dell'Ufficio Politico", si legge infatti nella nota, "l’incarico di Segretario Generale viene affidato ad Alberto Lombardo".

A parziale consolazione viene inoltre specificato che Rizzo assumerà la carica di presidente onorario,"figura che viene istituita anche nello Statuto, in quanto potrà presenziare ed intervenire a tutte le riunioni degli organismi dirigenti senza diritto di voto".

Eletto come deputato in tre legislature, complessivamente dal 1994 al 2004, europarlamentare nel quinquennio 2004-2009, Rizzo fondò il Partito comunista nel 2009, assumendo da allora fino a poche ore fa l'incarico di segretario.

La spiegazione di Rizzo

L'oramai ex segretario, tuttavia, respinge la teoria secondo cui sarebbe stato silurato. "Io epurato dai compagni? Macché, non scherziamo, questa svolta l'ho voluta io", dichiara l'ex leadre del Pc al Corriere. "Sono stato segretario per 13 anni, sennò poi diventa il 'partito di Rizzo'. C’era quindi bisogno di energie fresche. Noi siamo impegnati su due fronti: quello della formazione e dell'ideologia e quello della concretezza e dell’azione unitaria", conclude Rizzo.

Le tensioni

Verò è, tuttavia, che all'interno del Comitato centrale del partito c'era già stata qualche avvisaglia di malumore. Prima per le posizioni contro il Green pass e l'obbligo vaccinale, poi per le alleanze politiche strette in campagna elettorale. Prima della chiamata alle urne, per la precisione nel mese di luglio, Rizzo fu simbolicamente 'espulso' dal partito con un'uscita della Federazione di Milano che lo accusava di aver preso decisioni non autorizzate dal Comitato centrale. Il risultato alle recenti elezioni politiche della coalizione Italia sovrana e popolare (348.074 voti e solo l'1,24%) è stato probabilmente il colpo di grazia.

Cosa farà ora

"C'è un tema di ricambio della classe dirigente, ora spazio ai giovani", precisa in conclusione Rizzo al Corriere. "La cosa migliore l'ha detto un nostro iscritto: Rizzo non va in pensione! La nostra è una direzione collettiva, prepariamo le cose assieme".

Rizzo quindi non ha intenzione di uscire di scena, come di recente dimostrato durante la presentazione del progetto di "Democrazia sovrana e popolare". "Abbiamo una prospettiva, non solo elettorale e istituzionale ma di progetto e di cambiamento della società", ha spiegato infatti l'ex leader del Pc in un video diffuso sui suoi social.

"Serve un'idea forte, di cambiamento" e "una battaglia a tutto campo dove le migliori tradizioni del '900, quella comunista, socialista e cattolica, si devono unire".

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