In cenere Il Grande Fratello. Fiamme su Cinecittà: un boicottaggio interno, una tragica fatalità oppure l'annosa incuria per la patria del cinema italiano? Gli investigatori, commissariato di zona e il reparto investigativo dei Vigili del Fuoco, non escludono nulla, tantomeno il dolo come causa del vasto incendio che all'una del mattino di ieri ha mandato in fumo la location del famoso reality prodotto da Endemol e in onda su Canale 5.
Mille e 800 metri quadrati incluso il «tugurio», l'appartamento della «porta rossa», le «stanze segrete» e persino la piscina ridotti a un ammasso di cenere e plastica liquefatta tanto che qualcuno ha subito ipotizzato che la XIII edizione del programma, prevista dal 23 gennaio in poi, sarebbe saltata. Ipotesi smentita. «The show must go on, ricostruiremo tutto e da subito» assicura l'ad di Cinecittà Studios, Giuseppe Basso al termine di una riunione con la produzione e Mediaset. «Abbiamo già individuato l'area, accanto alla collinetta della casa andata distrutta, dove ricostruire tutti gli ambienti». «Non ci sono date ufficiali per l'inizio del programma - conclude Basso -, comunque non credo ci saranno slittamenti».
Essendo una struttura chiusa le fiamme, prima di uscire all'esterno, hanno bruciato tutto l'ossigeno all'interno provocando un fenomeno di combustione noto come flashover ovvero quando tutto ciò che è contenuto in una zona chiusa si incendia in modo quasi simultaneo come conseguenza di un focolaio iniziale e per autocombustione dei gas che si sono prodotti. Dunque il primo focolaio si è sviluppato proprio all'interno della Casa del Grande Fratello.
I vigili del distaccamento Capannelle sono i primi ad accorrere sul posto dopo le richieste di aiuto degli abitanti del quartiere e dei vigilanti. Secondo gli accertamenti della polizia scientifica, sia il quadro elettrico che l'intero impianto erano funzionanti, eccezione fatta per un relè elettromeccanico difettoso e per questo motivo disattivato. In attesa delle relazioni tecniche conclusive, il magistrato della Procura di Roma titolare dell'indagine, il pm Eugenio Albamonte, ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Il mistero sul terzo rogo in pochi anni per il set di colossal come Quo Vadis?, Ben Hur o il felliniano 8 1/2 resta. Oltre 3000 film (47 vincitori di premi Oscar) negli studios preferiti, tra gli altri, a Francis Ford Coppola, Luchino Visconti, Martin Scorsese e Federico Fellini. È proprio il Teatro 5 di via Tuscolana lo studio di posa tanto caro a quest'ultimo, protagonista di un altro rogo nel luglio del 2012. Le fiamme, in quel caso, avevano colpito parte di una scenografia dismessa. Danni di «poco conto» anche se ci volle più di un mese per ripristinare la situazione. Sarà un caso ma in quegli stessi giorni la patria del kolossal made in Italy si trovava al centro di proteste da parte dei lavoratori contro i tagli previsti nel piano di sviluppo di Luigi Abete, presidente della holding che dal 1997 gestisce Cinecittà Studios.
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