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Roma, l'imam attacca la Lega. Ceccardi: "No al patriarcato islamico"

L'Imam della moschea di Centocelle attacca la Lega per l'iniziativa dell'eurodeputata Ceccardi dal titolo “8 Marzo festa di tutte le donne - In Europa hai gli stessi diritti di tuo marito”

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“Perché la Lega è così interessata alle donne musulmane? Le vuole 'liberare dalla discriminazione' che l’Islam esercita sulle donne?”. All’Imam di Centocelle, Ben Mohamed Mohamed, non è proprio piaciuta l’iniziativa della Lega dal titolo “8 Marzo festa di tutte le donne - In Europa hai gli stessi diritti di tuo marito”.

Secondo l’imam della moschea Al Huda del quartiere romano di Centocelle, quelli promossi dall'eurodeputata del Carroccio Susanna Ceccardi in occasione della festa della donna sono solo“slogan pubblicitari”. In un lunghissimo post pubblicato sui social, Ben Mohamed Mohamed scrive: “Probabilmente prima di pensare alle donne musulmane ‘discriminate’ sarebbe meglio dare più attenzione alle donne in generale che subiscono quotidianamente anche qui nel bel paese ‘femminicidi’, nel lavoro sono meno pagate dagli uomini, subiscono stupri, sono picchiate ecc.…”. L’Imam della moschea ritiene, dunque, che l’Italia non sia “nella migliore delle situazioni in termini di ‘diritti’”, ma poi corregge il tiro e precisa: “non intendo minimamente sminuire i diritti di cui godiamo tutti in Italia”. Ben Mohamed Mohamed accusa la Ceccardi e la Lega di voler “sminuire l’islam, accusandolo di maltrattare la donna e negare i suoi diritti”.

L’imam chiama in causa il tema del velo che le donne musulmane indosserebbero come “atto di fede” e non di sottomissione o di costrizione. Gli italiani, invece, sarebbero pervasi da un “egocentrismo culturale” per cui pensano che il musulmano debba essere “aiutato a cambiare”. L’Occidente starebbe compiendo “gravi passi indietro” e “gravi violazioni del diritto di espressione e del diritto di scelta” tanto che il confronto avverrebbe“con manganelli e gas lacrimogeno e arresti!!”. L’Islam, invece, secondo l’imam di Centocelle, “mette Dio al centro d’interesse nella nostra vita quotidiana”. Citando il Corano, spiega che l’Islam “prima di ogni altra religione o legislazione nel mondo ha messo sullo stesso piano la donna e l’uomo”. Nell’Islam, inoltre, le madri e le nonne hanno “un grandissimo e sacro rispetto, come genitori” e proprio il Profeta prescrive di trattare“con gentilezza” tutte le donne a cui la fede islamica garantirebbe“l’indipendenza economica” e il diritto di scegliersi il proprio marito. Questo non esclude, sempre secondo la visione del noto imam, che alcuni musulmani non rispettino questi valori, ma “l’Islam – assicura - condanna fermamente quell’episodio, così come la Chiesa condanna fermamente i tanti casi di femminicidio di cui è purtroppo piena la cronaca, anche se compiuti da cattolici battezzati”.

La replica della Ceccardi

La Ceccardi, interpellata da ilGiornale.it, replica che negare il fatto che esista un problema di diritti per le donne musulmane “non è il miglior modo per iniziare a risolvere una questione sotto gli occhi di tutti” e a tal proposito cita i casi della bambina di 10 anni mandata a scuola a Pordenone col velo integrale, della 14enne di Ostia picchiata dai familiari perché non vuole indossare il burka e gli omicidi di Saman Abbas, Hina Saleem, Souad Alloumi, Sanaa Dafani, Rachida Radi. “Tutti episodi il cui minimo comun denominatore, anche se l’imam lo nega, è il patriarcato islamico”, attacca la Ceccardi che parla di “subcultura retrograda che umilia e sottomette tante nostre concittadine musulmane”. Donne costrette a restare segregate in casa, a frequentare solo i parenti stretti o al massimo a uscire per la spesa o per portare i figli a scuola. “Ma lo sa l’imam che dei 630 vigliacchi assassini arrestati in Italia per omicidi di donne tra il 2018 e il 2021, il 23% sono immigrati, i quali però rappresentano l’8,5% della popolazione?”, si chiede la Ceccardi rivolgendosi all’imam di Centocelle di cui mette in discussione non la fede “bensì la sua interpretazione fondamentalista, tollerata se non incoraggiata nelle centinaia di moschee e centri culturali illegali sparsi nel nostro Paese”. Ed è contro questo fondamentalismo che la Ceccardi ha voluto affiggere quei manifesti che non sono una “provocazione”, ma vogliono essere semplicemente “una campagna di informazione e sensibilizzazione” per i cittadini musulmani che vivono in Italia regolarmente e rispettando le leggi.

“Dobbiamo cominciare a dire chiaramente che l’8 marzo deve essere la festa di tutte le donne, a partire da quelle oppresse dal patriarcato islamico”, conclude la Ceccardi.

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