Politica

Se Monti taglia solo gli enti locali, l'allarme della Corte dei Conti

Sale la protesta contro Monti per i continui tagli: "Adesso basta sacrifici". Redistribuite le risorse incamerate con la spending review: alle Regioni arrivano 800 milioni

Sale la tensione. Il malumore contro il premier Mario Monti e il governo dei tecnici non è mai stato così forte. Dagli enti locali alle associazioni di categoria, dagli statali ai farmacisti il grido è uno solo: adesso basta sacrifici. I tagli della spending review impediranno alle Regioni di firmare il Patto per la salute, l’accordo finanziario tra Stato e Regioni che assicura le prestazioni sanitarie ai cittadini. I Comuni, invece, temono di non avere risorse per pagare gli stipendi dei dipendenti ad agosto. E le Provincie ribadiscono che l’anno scolastico è a rischio. Insomma, si fa sempre più tesa la protesta contro i tagli del governo. Tanto che il pubblico impiego sciopererà a fine settembre mentre già oggi le farmacie terranno le serrande abbassate.

In questo clima di forte incertezza arriva, tuttavia, una buona notizia. Sembra, infatti, essere rientrato l'allarme sulle tredicesime il cui blocco, assicurano fonti di Palazzo Chigi, non è stato mai considerato. L’allarme resta comunque. E a cavalcare la protesta, questa volta, sono appunto i Comuni. "Alcuni comuni, anche capoluoghi, iniziano ad avere difficoltà di cassa - ha spiegato il vice-presidente dell’Anci, Alessandro Cattaneo al termine della Conferenza Unificata - e ad agosto potrebbero non riuscire a pagare gli stipendi ai propri dipendenti". Anche le province ribadiscono che, nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, l’anno scolastico è a rischio. C’è poi la preoccupazione dei governatori, anche loro alle prese con i tagli decisi dal governo. "Nel combinato disposto tra spending review e manovra 2013-2014 c’è un taglio così pesante alla sanità da non rendere sostenibile e possibile il patto per la salute", ha detto Vasco Errani, dopo l’incontro con alcuni presidenti di regione. Per questo, ha aggiunto, "abbiamo deciso, insieme ad Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, di lavorare sulla questione dei prezzi di riferimento e dei costi in modo tale che possa essere chiaro di cosa stiamo parlando e di come sia possibile ridurre la spesa senza incidere sui servizi". Il governatore delle Marche, Gianmario Spacca, è riuscito ad essere ancora più netto: "Con questi tagli il rischio è di non poter non solo siglare il Patto della salute ma neanche gestire la sanità dal prossimo anno". Il giudizio delle Regioni, insomma, è decisamente "negativo", ha sintetizzato il presidente del Lazio Renata Polverini.

A confermare queste preoccupazioni ci pensa la Corte dei Conti che, in una relazione pubblicata oggi, ha messo in guardia il governo. Il presidente della magistratura contabile, Luigi Giampaolino, ha infatti spiegato che le amministrazioni locali sono "molto esposte a vincoli e restrizioni": per gli enti locali il calo degli investimenti statali negli ultimi due anni è stato vicino al 20%. "Le amministrazioni centrali - spiega - sono meno colpite dagli effetti di contenimento". Tuttavia, grazie a un emendamento bipartisan presentato dai relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd) alla commissione Bilancio di Palazzo Madama, arrivano 800 milioni di euro alle Regioni. Le risorse, che verranno accumulate dallo Stato grazie alla spending review, arriveranno nelle casse comunali attraverso le Regioni. Della cifra stabilita, però, la Sicilia è la Regione nella quale confluiranno le maggiori risorse: oltre 170 milioni di euro. Seguono la Lombardia, che incasserà oltre 83 milioni di euro, e la Sardegna, a cui arriveranno invece 82,3 milioni.

In base a un emendamento del Pdl, però, le otto Regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) potranno anticipare dal 2014 al 2013 la maggiorazione dell’Irpef dallo 0,5% all’1,1%.

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