
Roberto Saviano continua a essere invitato in tv e, in assenza di altri argomenti, l'unico modo per ottener visibilità in questo momento per lui è parlare di Matteo Salvini. Dopo aver fatto lo show in tribunale è andato all'attacco del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dagli studi di In Onda, il programma di La7 condotto da Luca Telese e Marianna Aprile. Il processo che li vede contrapposti dura da circa 7 anni e secondo lo scrittore sono "dinamiche di intimidazione, anche perché sanno già, i politici che querelano, i tempi lunghisimi della giustizia. Loro hanno gli avvocati dei partiti, non hanno spese. Loro sanno che quando commettono querela stanno mandando un messaggio".
Saviano usa la strategia del vittimismo nella sua dialettica comune e nel corso dell'ennesima intervista in merito a questo processo ha ribadito, a sua difesa, che "ministro della malavita" è un'espressione di Gaetano Salvemini, che dedicò questa espressione a Giovanni Giolitti, "la cui figura non è comparabile a quella di Salvini", ha specificato lo scrittore. Ma, ha aggiunto, "il metodo che utilizza Salvemini per giudicare Giolitti per me è stato fondamentale per descrivere Salvini". Tra i temi trattati c'è anche quello della scorta, di cui lo scrittore usufruisce da ormai molti anni. Alla domanda del conduttore se "Salvini ha provato a colpire Saviano attraverso la scorta", lo scrittore ha dichiarato che "lo ha dichiarato, non so se poi lo ha fatto. Per due volte lui fa, anche pubblicamente e nelle dirette Instagram, lui promette, in campagna elettorale, di togliermi la protezione".
E di nuovo, come ha dichiarato in altre occasioni, Saviano fa vedere di essere contrario alla propria scorta, che definisce "un dramma" e non "un privilegio" ma, dice, "non si può perdere una scorta così". E secondo lui quando Salvini ha rilasciato dichiarazioni sulla sua scorta lo ha fatto diventare un bersaglio e "quando lui dice 'gli togliamo la scorta' è un'intimidazione perché la mia critica prescinde dalla mia sicurezza".
E poi si cimenta in un esempio evitabile: "È come dire che mostro una foto e dico: ma secondo voi questo è malato? C'ha il cancro o non ha il cancro? Ma secondo me sta bene, sta mentendo. Altri diranno: secondo me sta male. È la stessa cosa". Sembra che lo scrittore sia arrivato a paragonarsi ai pazienti oncologici nel suo tentativo di critica nei confronti di Salvini