Schiaffi all’alunno che sbadiglia: arrestata

Schiaffi all’alunno che sbadiglia: arrestata

Maestre sull’orlo di una crisi di nervi. Depresse, frustrate, manesche. Come la 54enne arrestata lunedì dai carabinieri della compagnia di Breno (Brescia). I militari hanno fatto scattare le manette dopo aver visto allungare troppi ceffoni attraverso le telecamere nascoste in una classe di terza elementare dell'istituto comprensivo a Capo di Ponte, nell'Alta Val Camonica. L’ultima «esibizione» dell’educatrice di italiano, prima di finire nel carcere di Verziano, è avvenuta alle dieci, quando la donna ha rifilato un ceffone ad un bambino che aveva sbadigliato senza mettere la mano davanti alla bocca. Davvero troppo anche per i militari abituati a ogni tipo di vicende. I carabinieri sono entrati in classe e le hanno fatto interrompere la lezione, accusandola di «maltrattamenti ai danni di bambini». Ora la giustizia farà il suo corso ma quando ci sono immagini del genere c’è poco da difendersi. Si parlerà di stress, di stanchezza, di eccessivo carico di lavoro. Si interpelleranno gli strizzacervelli. Ogni scusa sarà buona per scagionarsi da un comportamento inqualificabile. Invece, non ci sono storie, già le mani dai bambini. Anche se sono irrequieti, anche se sono problematici e ti possono far saltare i nervi. Purtroppo la signora allungava le mani con disinvoltura. Le immagini girate in classe hanno accertato schiaffi, tirate d’orecchie e di capelli ai bambini che non sapevano rispondere alle sue domande o che sbagliavano i compiti. In tutto gli inquirenti contestano otto episodi ai danni di sette bimbi tra gli otto e i nove anni, sia maschi che femmine. L’indagine era partita a febbraio, quando tre genitori di bambini della terza elementare si sono rivolti ai militari per denunciare presunte violenze subite dai figli. E le telecamere nascoste in classe per 15 giorni hanno confermato la natura violenta di questa educatrice. In realtà non tutti sono convinti di questa sua indole aggressiva. Ieri fuori dalla scuola di Capo di Ponte moltissimi genitori increduli hanno manifestato solidarietà alla maestra arrestata. Ma da parte dei colleghi insegnanti non c’è stata neppure una parola di sostegno. Solo un teso silenzio, in attesa di un’inchiesta. Che non è l’unica aperta da quelle parti. Sempre nel bresciano nemmeno due mesi fa era stata arrestata una maestra 52enne che lavorava nella scuola materna di Anfo: prendeva i bimbi a pizzicotti e schiaffi. E li costringeva a mangiare, nonostante i conati di vomito. Ma l’elenco dei precedenti di «maestre senza anima» comincia a diventare lungo. A Pistoia, il caso dell’asilo nido Cip e Ciop aveva sollevato l’indignazione nazionale: le due maestre facevano ingoiare il vomito a questi piccini che venivano presi volentieri a sberle e chiusi in una stanza buia. E poi c’è la storiaccia dell’Asilo delle Meraviglie a Torino, oppure quella di Livorno dove i bambini dovevano mangiare sotto la minaccia di ricevere un’iniezione. In Calabria un maestra maltrattava addirittura un disabile e un'altra tirava schiaffi, pugni e pure libri in testa ai suoi allievi. In un asilo del tarantino una maestra ha preso a secchiate un bambino.

Può bastare per pretendere le telecamere nelle aule soprattutto negli asili dove i bambini non possono difendersi neppure con le parole? Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, propone «l'introduzione nelle aule di telecamere di sorveglianza e test psicologici obbligatori per tutti i docenti, al fine di togliere le mele marce». Speriamo sia la volta buona.

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