Dalla schiavitù d'amore le donne possono guarire

«Se solo non dovessi soffrire così». È questo il pensiero delle schiave d'amore. Donne che vivono in uno stato di sottomissione estrema e per amore sono disposte a tutto, anche a morire. Com'è successo a Silvana che è rimasta per anni con un marito violento che l'ha scaraventata nella tromba delle scale, com'è accaduto a Fabiana uccisa a coltellate e poi bruciata viva. In alcuni casi si tratta di donne che hanno la forza di lasciare l'aguzzino e per questo sono trucidate. In molti altri invece le schiave d'amore trovano la morte all'interno di una relazione perversa e inaccettabile ma di cui non riescono a fare a meno.
Eppure sono superati quei tempi in cui una donna sottomessa, che mostrava debolezza di carattere e inclinazione al sacrificio, era considerata normale. Oggi, i tratti di femminilità, che prevedono che al centro dell'esistenza ci sia una remissività smisurata sono considerati patologici, la dipendenza verso uomini che si trasformano in carnefici è una malattia da cui si può guarire prima di morire. Silvana aveva 46 anni mentre Fabiana ne aveva solo 15. Lo stereotipo della donna che «ama troppo» sembra non tramontare mai e con lui quello maschile dell'uomo che non subisce l'onta del rifiuto e risponde con l'aggressività alla gelosia e all'indipendenza della sua compagna. Donne e uomini convinti di non poter rinunciare a un amore che dell'amore non ha nessun connotato. Rapporti i cui ingredienti principali sono il tormento inflitto, l'umiliazione e l'isolamento e che perdurano nonostante sia chiara la pericolosità per entrambi.
Perché se è vero che a morire sono le donne è pur vero che i loro uomini, uccidendole, finiscono per ferire mortalmente anche se stessi. Silvana aveva denunciato Fedele più volte per le botte e Fabiana provava a lasciare il suo ragazzo per poi ricadere nella trappola del più bullo del paese. Dinamiche relazionali in cui lui è in una posizione stabile di dominio e lei abbassa la testa. Donne che sembrano ricercare uno stato di umiliazione invece di scappare a gambe levate. Rimangono anche quando la realtà è palese, quando il sogno d'amore si è già trasformato in dolore. Una verità che non viene considerata perché nella mente permane il sogno impossibile del progetto d'amore. Se lui mi picchia è perché è stressato, se mi umilia è perché ha problemi al lavoro, se è geloso è innamorato e se mi ama prima o poi cambierà. E a fronte di tanta sopportazione l'illusione è che il successo sentimentale alla fine arriverà. La sottomissione è l'espressione di un mito sociale sui ruoli di genere che si manifesta con un copione che contempla anche la schiavitù e l'assassinio.

Sono numerose le donne che ormai si rivolgono alla psicoterapia per superare il loro problema, speriamo che insegnino alle loro bambine che l'amore non è sofferenza ma accoglienza e parità. Perché Fabiana e Silvana non siano morte invano.

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