
Alla fine anche Elly Schlein ha preso posizione sul dossier Flotilla. Incalzata dall’ala riformista del Partito Democratico e ormai con le spalle al muro, la segretaria è intervenuta a margine di un evento dell'Arcigay e ha spiegato di condividere “le parole dell'appello di ieri del Presidente Mattarella che ha riconosciuto l'alto valore umanitario di questa missione”. “Noi già nei giorni precedenti avevamo ringraziato il Patriarcato Latino di Gerusalemme per la disponibilità ad una mediazione che assicurasse l'obiettivo di portare gli aiuti a Gaza e abbiamo auspicato che questo canale rimanesse aperto e che proseguisse il dialogo con la Flotilla” ha aggiunto la leader dem prima di tornare ad attaccare il governo israeliano: “Ricordiamo che chi sta violando ogni norma del diritto internazionale umanitario è Netanyahu e che questi attivisti vanno protetti”.
La Schlein ha confermato i contatti con il governo e ovviamente quelli con gli esponenti dem sulla Flotilla. “Tutto quello che noi possiamo fare... come ho detto, non siamo noi a decidere perché non siamo noi organizzatori, quello che possiamo fare è invitare a proseguire il dialogo che è partito tra la Flotilla e il Patriarcato Latino" ha aggiunto. La leader piddina ha anche tenuto a precisare che "noi non siamo gli organizzatori, c'è un comitato organizzativo e delegazioni da 44 paesi": "Noi possiamo invitare a proseguire questo dialogo sulle strade aperte per assicurare che gli aiuti arrivino e che prosegua quel dialogo anche con il Patriarcato Latino stesso e ringraziamo i nostri deputati che stanno accompagnando questa missione facendo da scorta mediatica".
Come evidenziato in precedenza, nelle scorse ore i riformisti hanno fatto pressione per modificare la linea della Schlein sulla Flotilla.
Riflettori accesi sui rischi per l’incolumità degli attivisti, considerando i diversi avvertimenti di Israele. E l’appello di Mattarella ha mandato all’aria la strategia della Schlein, ossia il sostegno incondizionato ai pro Pal, anche se l’iniziativa sembra avere più spirito politico (anti-Israele) che umanitario.