Per Schumi comincia la settimana della verità

Situazione stazionaria. La Procura verificherà i filmati. E oggi il bollettino dei medici

Per Schumi comincia la settimana della verità

Grenoble. Domenica scorsa l'incidente. La pista di Meribel abbandonata per affrontare un breve tratto di neve fresca incastonato fra un tracciato rosso e uno blu in cui erano immersi diversi massi quasi lunari e ben visibili ma anche, causa una recente nevicata, altri più bassi e traditori. Uno di questi ha sbilanciato Michael Schumacher e su un altro ha sbattuto violentemente con la testa. Sono otto giorni che l'ex grande campione lotta nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Grenoble, «condizioni critiche ma stabili» ha ripetuto sabato il suo entourage e per oggi è atteso un aggiornamento da parte dei medici. Un comunicato che dovrebbe far capire qual è il reale stato del tedesco che da otto giorni viene tenuto in coma indotto per alleviare pressione e stimoli sul cervello così che posa recuperare al meglio dal tremendo impatto e dalle due operazioni subite. Una appena ricoverato dopo essere giunto all'ospedale in coma, e una la sera successiva. Due operazioni volte a eliminare o ridurre, la prima, l'ematoma nella parte destra della testa punto dell'impatto con la roccia e, la seconda, l'altro ematoma formatosi per rimbalzo del cervello sulla parte sinistra. Secondo indiscrezioni, proprio questo sarebbe quello che preoccupa in quanto non ancora completamente riassorbito.

Alla famiglia che ha chiesto il «rispetto della privacy» (ieri hanno fatto nuovamente visita al campione il padre Rolf e il fratello Ralf), si è aggiunta anche la procura di Albertville che ieri ha inoltre comunicato che a metà settimana terrà una conferenza stampa per chiarire a che punto sono le indagini dopo la recente acquisizione della telecamerina portatile sul casco di Schumi (che la famiglia aveva tenuto e di cui gli inquirenti erano venuti a conoscenza da altri testimoni). Video a cui si dovrebbe aggiungere, come annunciato l'altra sera da Der Spiegel, un altro filmato girato da uno sciatore tedesco su smartphone mentre riprendeva un amico, fissando però sullo sfondo la caduta di una persona che potrebbe essere proprio Schumi («andava a 20 all'ora, non di più» ha dichiarato il testimone al giornale).

Il procuratore d'Albertville, Patrick Quincy, ha ieri chiesto che non siano diffuse «informazioni false su mie dichiarazioni, sugli elementi dell'inchiesta o sulle sue conseguenze...», aggiungendo che «gli Schumacher chiedono di essere lasciati tranquilli».

Il procuratore ha poi precisato di essere interessato a tutte le testimonianze utili a fare luce sull'incidente, compreso l'ultimo filmato. «Per questo invito il turista a mettersi in contatto con noi». Cosa che pare sia già avvenuta.

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