Nove ore di camera di consiglio. tanto c'è voluto ai giudici d'appello per decidere di regalare al soldato Parolisi almeno una speranza. Quella di poter uscire un giorno di galera. In primo grado era stato condannato all'ergastolo con l'accusa di essere lui l'assassino della moglie Melania Rea. Adesso si vede ridurre la pena. Che comunque resta pesante: trent'anni.
Prima accusa e difesa si erano scontrate in aula, dopo la proiezione delle immagini di una videochat erotica tra Parolisi e l'amante. L'accusa ha poi chiesto la conferma della prima sentenza; i legali del caporalmaggiore hanno puntato su una sorta di «ragionevole dubbio» sulla sua colpevolezza.Primi a non aver dubbi i familiari di Melania. «Salvatore forse oggi ha tentato di farsi uscire qualche lacrima ma poi è stata la solita piagnucolata- raccontava ai giornalisti Michele Rea, fratello della vittima-.Ha dato alla Corte tre lettere che si era scritto con Melania qualche anno fa. Non capisco come non abbia dato quelle che ha scritto dal carcere all'amante alla quale diceva di amarla».
La difesa puntava invece a insinuare dubbi sul movente del delitto e soprattutto a dimostrare che orari, telefonate e sms sarebbero stati incompatibili con la presenza del soldato sul luogo dell'omicidio.
Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire il perché dello sconto.
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