Economia

Se la crisi non è finita meglio difendersi con valuta Usa e cinese

Consigli per i risparmiatori: ecco dove investire

Il quarto prototipo di investitore è, infine, quello scettico. Ovvero coloro che, dopo questa fiammata dei prezzi delle Borse e di ripresa dei prezzi dei titoli di Stato italiani, temono una ricaduta nella crisi della zona euro. I pericoli maggiori, in base a questo tipo di investitori, stanno nelle problematiche strutturali ancora irrisolte in Spagna (mercato immobiliare in caduta e struttura patrimoniale delle banche ancora molto debole) e in Italia (le elezioni potrebbero determinare una sostanziale ingovernabilità del Paese). Il portafoglio suggerito per questo risparmiatore prevede un 35% in Btp con scadenza compresa tra 1 e 3 anni: questa componente del portafoglio potrebbe offrire l'1% di rendimento a fine anno a patto però che venga registrato un ribasso di un quarto di punto dei tassi di interesse dei titoli del debito pubblico italiano. L'altro 65% del portafoglio verrebbe invece impiegato in fondi monetari espressi in valute estere forti: dollaro Usa, dollaro canadese, dollaro australiano, franco svizzero, corona svedese, corona norvegese e renminbi cinese. Questa componente del portafoglio potrebbe non solo non offrire alcun rendimento se lo scenario di fondo dei mercati rimanesse quello visto nelle ultime settimane, ma potrebbe addirittura far segnare un ribasso di alcuni punti percentuali per effetto della rivalutazione dell'euro.

Tuttavia, dal momento che questo investitore teme una ricaduta nella crisi (se non traumatica come nell'estate del 2011, di entità almeno uguale a quella vista tra marzo e luglio 2012), qualora questa prendesse forma, il 65% del portafoglio impiegato in fondi monetari in valute estere potrebbe garantire non solo un'ottima copertura ma offrire un rendimento di alcuni punti percentuali grazie alla svalutazione dell'euro.

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