«Ma se fosse un gioiellino la venderebbero?»

MilanoMediaset smentisce ogni interesse per La7, la tv che fa capo a Telecom Italia. E il vicepresidente Piersilvio Berlusconi rincara la dose. «Se fosse un gioiellino come dicono perché la venderebbero?» - si interroga il vicepresidente del biscione. «Già a luglio - ha spiegato - avevo già detto cosa pensavo de La7 usando una sola parola: auguri».
Insomma Mediaset, che aveva ricevuto un formale invito da Mediobanca a manifestare eventuale interesse per ottenere l'information memorandum relativo alla cessione aveva già deciso a luglio di non fare nessuna offerta. «Quello che mi amareggia - ha detto ancora Piersilvio Berlusconi- è l'agitazione del mondo politico e industriale su un nostro possibile ingresso. Nessuno ha chiesto informazioni su un possibile piano industriale o di garanzie dei posti di lavoro. Mediaset, La7 a parte, per questo paese non può fare nulla. È un conflitto di interessi al contrario. Comunque non siamo preoccupati della vendita a un possibile competitor. Per fare una rete di successo non serve investire in una azienda in perdita come è Ti Media basta fare canali con il digitale terrestre». Mediaset in un comunicato aveva già ribadito «l'estraneità all'operazione auspicando che il processo di cessione prosegua con nuove brillanti performance borsistiche, senza più utilizzare il nome Mediaset per creare visibilità e interesse intorno alla dismissione di un'attività che vanta risultati di bilancio da sempre negativi». E qui il biscione ha ragione: da sempre, ossia da quando si chiamava TeleMontecarlo, l'emittente ha collezionato risultati negativi. E in questo ultimo periodo, con il palinsesto potenziato realizzato da Giovanni Stella, le perdite sono lievitate nei sei mesi a 35 milioni di euro. Proseguendo di questo passo per fine anno si arriverebbe a circa 80 milioni che si vanno a sommare al debito pregresso salito a 200 milioni.
In Borsa comunque la galoppata del titolo continua. Ieri le azioni Ti Media sono salite di un ulteriore 21% e in un mese la crescita è quasi del 50%. Quanto alle richieste di Telecom il prezzo, nonostante le perdite accumulate, non è certo basso: circa 500 milioni. E senza sconti. Ieri infatti il presidente Franco Bernabè ha specificato che Ti Media non è in vendita a qualsiasi prezzo. «Le valutazioni sugli acquirenti vengono fatte su due fronti - ha detto - il prezzo ma anche il piano industriale. Il lavoro fatto fino a questo momento ha portato buoni frutti. La7 è l'unica emittente che ha aumentato audience e ricavi pubblicitari». Quanto al mancato invio a Mediaset delle informazioni relative alla cessione di Ti Media secondo Bernabè si è trattato di una decisione presa da Mediobanca «che è il nostro advisor, oltretutto pagato profumatamente». Ma lo scaricabarile non finisce qui dato che Mediobanca sostiene che non avrebbe mai potuto prendere una decisione del genere senza chiedere al committente, ossia Telecom.

A dirimere la questione ci ha comunque pensato Mediaset negando di aver chiesto le informazioni perché considera Ti Media un cattivo affare con conti in perdita anche se possiede il tasto 7 del telecomando e dunque potrebbe fare gola a qualche società straniera desiderosa di sbarcare in Italia o a Sky per il mercato della tv in chiaro. Bernabè comunque sembra apprezzare sempre più la sua tv che ha certo anche una valenza politica. E dato che sul prezzo non vuole trattare è probabile che Ti Media, alla fine, non sarà venduta.

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