Mentre siamo tutti presi dalla superiore esigenza di lodare Mario Monti e Mario Draghi,ai quali si attribuisce il merito di aver salvato l’Italia, l’Europa e l’euro dalla catastrofe, i nostri guai nazionali in realtà si aggravano. Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata agli indicatori più significativi; a parte lo spread, che va su e giù oggi come sempre per effetto di mutamenti umorali, non ce n’è uno positivo: consumi, disoccupazione, debito, Pil, eccetera fotografano un cimitero.
Nonostante ciò, durante la messa cantata officiata dallo Studio Ambrosetti, perfino gli imprenditori, e gli economisti invitati al rituale consesso di Cernobbio, hanno applaudito al governo tecnico, auspicando che il premier venga riconfermato nella prossima legislatura. L’81 per cento dei convegnisti interpellati si è dichiarato entusiasta all’idea della continuità, benché l’interessato,cioè il bocconiano, continui a ripetere di non volere rimanere a Palazzo Chigi. Che punti più in alto?
Ormai anche i professori hanno imparato a comportarsi come i peggiori professionisti della politica: mentono come respirano. E viene subito in mente Corrado Passera, ministro di quasi tutto, che alcuni mesi orsono annunciò di avere recuperato una novantina di miliardi da investire nella fatidica crescita, di cui, però, finora, non si è visto lo straccio di un centesimo, tant’è che l’unica cosa cresciuta sul serio dalle nostre parti è il prezzo del carburante.
I titoli dei giornaloni che si danno arie da indipendenti pur non essendolo (i loro padroni sono banche o finanzieri che, dopo avere creato i noti problemi, si propongono come soluzione dei medesimi) ieri erano o parevano scritti dalla stessa manina. Corriere della Sera : «Monti: evitato il tracollo. Sì della Casa Bianca a Draghi. Anti spread, piano del governo. Conti blindati per essere in regola in caso di aiuti della Bce». La Repubblica : «Cresce il partito del Monti bis. Prodi: se necessario deve restare». Ce ne sarebbero molti altri dello stesso tenore servile, ma lasciamo perdere. Quelli che abbiamo riportato sono sufficienti a capire il vento che tira: i potenti si mobilitano per prolungare la permanenza ai vertici dei loro amici. Gli affari sono affari. Davanti ai quali tutto il resto passa in secondo piano.
La sinistra (e non solo la sinistra) si adegua alla volontà dei signori: pur di non uscire dal gioco, si adatta a ricoprire ruoli marginali. Dei diritti umani non le importa più un accidenti. Idem degli ultimi, dei diseredati, degli immigrati. I progressisti non parlano più di integrazione, di civiltà dell’accoglienza. Qualche emozione ha suscitato in loro la vicenda dell’Ilva di Taranto, ma si è trattato probabilmente di un riflesso condizionato, pavloviano.
Sulla prima pagina della Repubblica , ieri, non c’era traccia del peschereccio affondato a Lampedusa: 80 migranti dispersi (sinonimo di morti) e 56 salvati per miracolo. Notizia liquidata come un tamponamento sull’autostrada. Sono lontani i tempi dei respingimenti che suscitavano scalpore e raccapriccio perché il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che li aveva legalizzati, non era un tecnico ma un leghista, quindi un alleato di Silvio Berlusconi. Allora rispedire i poveracci al porto da cui erano salpati veniva appunto considerato uno scandalo, un reato di omesso soccorso. Polemiche infuocate, dibattiti televisivi, accuse di razzismo al governo.
Ora che gli immigrati, invece di essere respinti, si lasciano annegare in massa, chissenefrega: neanche un titolino a una colonna in prima pagina sul quotidiano di Ezio Mauro che insegna agli italiani a stare al mondo; nemmeno un’interrogazione parlamentare, zitti perfino i preti che reputavano il centrodestra un flagello e Maroni l’ambasciatore del demonio a Roma. S’è voltato pagina.
Siamo entrati in un’altra epoca, quella dei professori, che qualsiasi cosa facciano la fanno per il nostro bene. I disperati crepano in mare? Sia fatta la volontà degli dei, tutti compari di Eugenio Scalfari e progenie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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