Cronache

Se ti ammali nel weekend rischi di morire sotto i ferri

Risultati choc di uno studio inglese: venerdì, sabato e domenica  i giorni peggiori per star male. In corsia pochi medici (e inesperti)

Se ti ammali nel weekend rischi di morire sotto i ferri

«Quando c'è l'amore c'è tutto». «No, chella è a salute...».
Grande Massimo Troisi in Ricomincio da tre. Aveva capito tutto in anticipo il comico napoletano. E senza leggere lo studio inglese secondo cui «nel weekend il rischio di morte nelle operazioni chirurgiche aumenta dell'82%». Insomma, si fa presto a dire «Pensa alla salute...», ma se ti capita di stare male nei giorni che vanno da venerdì e domenica alla salute devi pensarci ancora di più. Perché, se non ci pensi tu, non ci pensa nessuno; compreso chi dovrebbe farlo per lavoro, cominciando da medici e infermieri. I quali però nel fine settimana tendono a darsela a gambe, lasciando le corsie degli ospedali in balìa di colleghi più giovani e inesperti: circostanza che ha come sgradevole conseguenza l'innalzamento della percentuale dei pazienti destinati a rimanere secchi sotto i ferri.
I potenziali decessi da «Sindrome del Fine Settimana» non sono riscontrabili solo nei nosocomi britannici oggetto della ricerca, ma un po' in tutte le strutture sanitarie dove vige il fuggi fuggi da weekend (patologia endemica diffusa non solo nelle cliniche ma in tutti gli uffici del mondo). Se però - ad esempio alle Poste - tale andazzo produce solo un accumulo di lettere e pacchi, negli ospedali la questione può diventare di vita o di morte.
La ricerca dell'Imperial College di Londra ha infatti accertato come i tassi di mortalità siano significativamente più elevati per i pazienti sottoposti il venerdì a un intervento chirurgico di routine; e la situazione peggiora se si interviene di sabato o domenica.
Dal lunedì al giovedì, invece, la nefasta evenienza di lasciarci la pelle stesi sul lettino della sala operatoria diminuisce alla grande. Ma cos'è, una barzelletta? No, questa specie di «diagramma della sfiga medica» è il pezzo forte dell'ultimo numero del British Medical Journal, autorevole pubblicazione che sta alla ricerca scientifica come La Gazzetta dello Sport sta al mercato calciatori. I dati dello studio inglese lasciano di stucco come la campagna acquisti dell'Inter: «I tassi di mortalità sono risultati più alti del 44% se le operazioni chirurgiche sono state effettuate di venerdì rispetto a inizio settimana». Ma il peggio viene nelle 48 ore successive: «Il tasso di mortalità diventa dell'82% maggiore se l'intervento viene eseguito durante il sabato e la domenica».
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato più di 4 milioni di operazioni e oltre 27mila decessi avvenuti a seguito di un intervento chirurgico in Inghilterra tra il 2008-2009 e il 2010-2011. Le ragioni di questo aumento della mortalità, secondo gli studiosi, andrebbero ricercate nell'organizzazione stessa degli ospedali. Motivo? Durante il weekend c'è in servizio meno personale e più operatori con poca esperienza di cura per i pazienti che a 48 ore dell'intervento si trovano in una condizione critica.
Il fenomeno è in realtà ben noto nella letteratura medica e altri precedenti studi lo avevano messo in evidenza. Tra questi - riferisce il Corriere.it - uno americano condotto dal Dipartimento degli Affari Veterani, che aveva rilevato come il tasso di mortalità dei pazienti aumentasse del 17 per cento tra quelli operati di venerdì, rispetto a quelli operati tra lunedì e mercoledì».
«Questa ricerca sfortunatamente non identifica un problema nuovo – ha dichiarato Katherine Murphy, a capo dell'Associazione Pazienti – ma piuttosto il fallimento di rimediare a una questione che è stata ripetutamente messa in luce in passato». Subito dopo aver pronunciato tale frase, la signora Murphy è stata colta da malore e subito ricoverata in ospedale.

Oggi è giovedì. Riuscirà a salvarsi?

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