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"Si torni all'elezione diretta del presidente della provincia"

Il senatore Marco Silvestroni parla del testo base sulla riforma delle province che riporterà all'elezione diretta dei membri dei consigli provinciali

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La legge Delrio del 2016 sta per andare in soffitto. Il comitato ristretto della prima Commissione di Palazzo Madama ha adottato il testo base sulla riforma delle province. Il testo, poi, sarà sottoposto alla commissione Affari Costituzionali.

“L’obiettivo è far tornare al voto le province in concomitanza con le Europee”, spiega il senatore meloniano Marco Silvestroni, il primo ad aver presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura per ritornare all’elezione a suffragio universale del presidente della provincia e dei rispettivi consiglieri. “Ritengo che la legge Delrio debba essere superata perché così come era stata proposta e attuata non andava bene. È visibile agli occhi di tutti perché, con le elezioni di secondo livello, dove amministratori eleggono altri amministratori si crea una situazione un po' paradossale”, dice Silvestroni che, prima di entrare a Palazzo Madama era stato consigliere della città metropolitana di Roma. Ma non solo. Il problema principale è che con la Delrio, il sindaco del comune capoluogo diventa automaticamente, senza essere eletto a suffragio universale, il presidente della città metropolitana. “Per me è incostituzionale perché la Provincia di Roma, per esempio, ha un milione e ottocentomila abitanti con tanti Comuni, ma gli abitanti della provincia delle città metropolitane non eleggono né i loro rappresentanti né colui o colei che diventa presidente della città metropolitana”, ricorda Silvestroni.

Il ritorno alle urne per l’elezione diretta del presidente delle province, però, non implicherebbe ulteriori costi per i cittadini in quanto “nella mia proposta – spiega il senatore meloniano - non si fa riferimento al ripristino delle indennità e, pertanto, il consigliere Provinciale non prenderebbe un euro”. Il ripristino dell’eleggibilità diretta dei membri dei consigli provinciali si accompagna al ripristino delle piene funzioni dell’ente intermedio che la riforma costituzionale del 2016 si proponeva di abolire.

“Le province servirebbero più delle regioni perché sono il primo ente di prossimità nei confronti degli enti locali e devono ritornare a dare quelle risposte importanti che ad oggi le città metropolitane non sono riuscite più a dare”, sottolinea Silvestroni che, poi, chiosa: “La Provincia si occupava della pulizia delle strade in caso di neve o di altre situazioni simili e di occuparsi delle varie esigenze dei comuni cittadini, mentre Le Regioni perlopiù legiferano e alla pulizia delle cunette, per esempio non pensa più nessuno”.

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