RomaÈ bastato agitare lo spettro di un ritorno al voto (da parte di Berlusconi sabato scorso a piazza del Popolo, ma non solo da lui) per rimettere in funzione la macchina dei sondaggi. A un mese dalle elezioni per il nuovo Parlamento (il diciassettesimo della storia repubblicana), SkyTg24 ha commissionato a Tecnè un'indagine per capire se sia mutato l'orientamento degli elettori rispetto al 25 febbraio scorso.
Il dato più significativo è la crescita del Pdl, guidato da Berlusconi e Alfano. Il loro partito guadagna ben 3 punti percentuali al Senato e 3,1 alla Camera dei Deputati. Il Pdl, insomma, è il partito che negli ultimi 30 giorni ha saputo attrarre nuovi potenziali elettori.
Altro dato importante è rappresentato dal favore che riscuote in questo momento il movimento guidato da Beppe Grillo. Il comico genovese ha cercato in tutti i modi di mantenersi fuori dai giochi di potere e di dare dei Cinque Stelle un'immagine «dura e pura» di compagine che non si piega a compromessi e tatticismi. E lo ha fatto partendo da un'intuizione: «Alle prossime elezioni prenderemo almeno il 40% e governeremo». Se si andasse a votare oggi, però, il suo «partito» sarebbe comunque solo terzo nella classifica delle coalizioni. Con il 26,2 % acquista infatti soltanto lo 0,6 ed è costretto a guardare la schiena del centrosinistra che arretra di un poco significativo 0,2% fermandosi al 29,3%. Al gradino più alto proprio il centrodestra (Pdl, Lega Nord, La Destra e Fratelli d'Italia) con il 31,3% dei consensi. Un risultato che ribalterebbe il verdetto finale del 25 febbraio scorso. La società di ricerche Tecnè, però, non si è limitata a chiedere le cosiddette «intenzioni di voto». Il campione interpellato è stato chiamato anche a pronunciarsi sul modo di gestire questa prima e delicata fase delle nuova legislatura. Ecco cosa farebbero gli italiani in caso di fallimento da parte di Bersani. La maggioranza (34,2%) chiede un governo di larghe intese che coinvolga centrodestra, area Monti e centrosinistra per le riforme necessarie a guidare la difficile congiuntura politica ed economica. Il 33,2% invece preferirebbe affidare questa incombenza a un governo tecnico che si faccia garante di una nuova legge elettorale. Quasi un elettore su 5 (il 17,8 %) è invece disposto a votare quanto prima anche col tanto vituperato Porcellum, se necessario.
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