Sinistra sotto choc: "Ora che si fa?"

La maggioranza di Sala frastornata dagli arresti. Stadio San Siro e opere nel caos

Sinistra sotto choc: "Ora che si fa?"
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La sinistra è sotto choc. Nella stessa aula del Consiglio comunale dove dieci giorni prima il sindaco di Milano Beppe Sala aveva annunciato, «dopo giorni confusi», la decisione di «andare avanti», nonostante la richiesta di arresti domiciliari della Procura a carico dell'ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi nell'inchiesta sull'urbanistica milanese, e che vede lui stesso indagato, assessori e consiglieri ieri scoprono che il Gip Mattia Fiorentini ha disposto per Tancredi la misura cautelare. Non è bastato lasciare la giunta e autosospendersi anche dall'incarico di dirigente comunale che ricopre da una ventina d'anni. Nell'ultima seduta prima della pausa estiva, gli occhi sono puntati sulle agenzie che via via dettano stralci dell'ordinanza. Parlano di «consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati» per la «spartizione del territorio edificabile». «E adesso cosa succede?» la domanda che consiglieri di Pd, Verdi e Azione si rimbalzano tra la buvette e il Cortile d'Onore. A microfoni spenti, quella che aleggia su tutte è «cosa farà il sindaco». Che scattassero i domiciliari per Tancredi dopo le dimissioni non se lo aspettava nessuno. Il sindaco non si vede, chiuso nel suo ufficio a seguire il flusso delle notizie. Conferma l'appuntamento preso per questa mattina con il comitato delle «Famiglie Sospese», 4.500 acquirenti di alloggi finiti sotto sequestro o con autorizzazioni congelate dal Comune. Col passare delle ore, almeno la sua posizione personale si alleggerisce. Cade come per gli altri l'accusa di induzione indebita e dovrebbe restare in piedi solo quella per «false dichiarazioni su qualità proprie e di altre persone». Solo a quel punto commenta con una nota: «Prendo atto dei nuovi provvedimenti, il Gip non ha ritenuto sussistente l'ipotesi di induzione indebita e del resto ho la più ferma convinzione di non aver mai agito per finalità personali. Continuerò a lavorare per Milano, con passione e dedizione». Come?

Milano si prepara ad ospitare a febbraio le Olimpiadi invernali 2026, riflettori del mondo puntati e una giunta appesa alle inchieste giudiziarie, Tancredi è il secondo assessore che «salta» in quattro mesi, il successore all'urbanistica doveva essere annunciato velocemente e invece è stato rinviato a settembre con buona pace della segretaria Pd Elly Schlein che chiedeva urgenti «segnali di discontinuità». Non c'è la fila per assumere l'incarico in un momento così delicato. Al leader M5S Giuseppe Conte che a caldo aveva silurato Sala e ieri, ancora prima degli ultimi sviluppi, ha ribadito «la richiesta di dimissioni, non per un avviso di garanzia ma perché è al centro di un sistema che ha dato il via al far west edilizio» hanno risposto il segretario milanese e regionale del Pd, Alessandro Capelli e Silvia Roggiani: «Fare polemica e criticare da fuori le istituzioni (M5S non è neanche in consiglio a Milano) è più semplice, ma la sfida è governare il cambiamento e il Pd con Sala nei prossimi 18 mesi sarà concentrato per dare le risposte che la città si aspetta». Poi a tarda sera arriva lo scudo di Elly Schlein: «Non condivido le parole di Conte, pieno supporto a Sala». Tralasciando che proprio ieri Repubblica raccoglieva uno sfogo privato di Sala, un «ultimatum» lanciato alla maggioranza sul voto per la vendita di San Siro rinviato a settembre: «O portiamo a casa i progetti o andiamo tutti a casa». La giunta è in bilico, a prescindere dagli sviluppi. Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ribadisce che «serve una svolta, vendere San Siro non è una priorità». Il progetto di Milan e Inter vale 1,2 miliardi di investimenti e dovrebbe rigenerare un intero quartiere. Ma, ancora un volta, ad oggi Sala dovrebbe sperare in un aiutino del centrodestra. Tutti a casa? Il timore a sinistra è la speranza della Lega, la vicesegretaria nazionale Silvia Sardone rimane garantista ma denuncia il rischio stallo sull'urbanistica (e non solo). «La conferma delle richieste di arresto rende ancora più grave il contesto». E anche in questo caso arriva la chiosa di Matteo Salvini: «Non contesto Sala per l'inchiesta, ma per la sua politica del non fare».

Tranchant il deputato FdI Riccardo De Corato: «Sala si dimetta, cosa deve succedere ancora?». Frena il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: «Un sindaco non deve dimettersi per misure di custodia cautelare, resta il giudizio negativo sulla giunta Pd».

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