"Alcune aziende che non hanno la certificazione per la ripresa produttiva fanno firmare liberatorie individuali ai lavoratori e li fanno lavorare". A denunciarlo è Antonio Mattioli della Cgil Emilia Romagna, in riferimento ad alcune imprese colpite dal sisma.
"Al peggio non c’è mai fine", ha commentato il sindacalista, aggiungendo che "stiamo ricevendo segnalazioni su alcune aziende che cercano di baipassare l’ordinanza del dipartimento della protezione civile, facendo firmare ai lavoratori liberatorie individuali sulla responsabilità civile e penale nel caso di danni provocati dal terremoto".
"Di fronte a queste liberatorie, agiremo segnalandole alla Procura della Repubblica e ribadendo che la vita dei lavoratori non può essere giocata per una questione di mercato. In questo terremoto ci sono stati 18 morti sul lavoro ed il sisma ha evidenziato una criticità dell’edilizia industriale che dovrà essere affrontata urgentemente con un piano generale e risolutivo per evitare nuovi disastri e per garantire la sicurezza per le persone", ha concluso Mattioli.
Intanto, il terremoto si è concesso una relativa tregua. Dalla mezzanotte, la terra emiliana ha tremato più di 20 volte, ma con sommovimenti di entità piuttosto lieve. Oggi le scosse sono state poche e di lieve entità. Sono 8.346 i cittadini sfollati ospitati ieri notte nei 27 campi e nelle strutture coperte allestiti nei comuni modenesi colpiti dal sisma. Altre 1.388 persone sono state sistemate in diversi alberghi, prevalentemente nell’Appennino modenese.
Nel frattempo però si è aggravato il bilancio delle vittime del sisma: adesso sono 26. Ieri sera all’ospedale Maggiore di Bologna è morta Sandra Gherardi, 46 anni, di Cento, nel Ferrarese. La donna era ricoverata in coma dal 29 maggio quando era stata colpita alla testa, per strada, da oggetti caduti da un tetto. Dopo il ricovero, la donna non ha più ripreso conoscenza. È la settima vittima del sisma in provincia di Ferrara.
Salgono a 18 le vittime del modenese: la donna che era estratta viva dalle macerie a Cavezzo, infatti, non ce la fatta. A queste cifre va aggiunta la donna tedesca deceduta per un malore a San Pietro in Casale, nel bolognese, dopo il terremoto del 20.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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