Caro direttore,
un carissimo, affettuoso e sincero segnale di solidarietà per una decisione non solo ingiusta ma anche vergognosa: una sentenza che dà ragione alla battuta di quel personaggio di Guerra e Pace che osserva: «Dovè un tribunale è liniquità». La vicenda Feltri, nel suo piccolo, conferma che questa povera Italia è antifascista e libertaria a parole ma fascista e intollerante nella sostanza. Comunque sia, nessuno scoramento. Feltri non è solo e non sarà solo. Può contare sui lettori, sugli estimatori, sugli amici. Che sono tanti, tantissimi.
Francesco Perfetti
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Caro direttore,
mi scusi ma chi sono questi «illuminati» del cosiddetto Ordine dei giornalisti? Sono un lettore e non ho alcun bisogno che questi «eletti» possano interferire nelle mie letture. Siamo nel terzo millennio, come è possibile che sia consentito a dei «...» (scelga Lei laggettivo più appropriato), di riunirsi in un cosiddetto «Ordine» per imporre le loro ideologie. Costoro comprendono il significato di «libertà» e «democrazia»? Forse le confondono con «comunismo» o «fascismo». O forse vorrebbero impedire anche le lettere al direttore ai non iscritti allOrdine? Mi può spiegare il perché non lo si può abolire?
Michele Bechis
Merate (Lc)
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Carissimo direttore Vittorio Feltri,
Le voglio affermare tutta la mia solidarietà per la decisione assunta da un manipolo di servil signori (Ordine della Lombardia) che ascoltano solo le voci di una sinistra allo sbando la quale vuol fermare una voce libera e sincera come la Sua. La mia più viva solidarietà e Le auguro che tutto questo finisca in una bolla di sapone come dovrebbe essere già da adesso.
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Carissimo direttore,
Se credevano di stupirci «con effetti speciali» non ci sono riusciti. Dovevamo aspettarci qualcosa di poco piacevole allindirizzo del nostro direttore Feltri, e la pur grave sanzione di sospenderla per 6 mesi, mi fa pensare a un «colpo di fortuna». Ormai è questo il modo con cui hanno deciso di zittirci. E quando parlo di colpo di fortuna, mi riferisco alle soluzioni tipo Tartaglia o ancora peggio, che potrebbero sortire dal clima di odio crescente, che oltre al nostro presidente del Consiglio, tende a coinvolgere tutte le persone che lo stimano, e che gli sono in qualche modo vicine. Per quanto riguarda noi lettori del Giornale, ci consideri tutti al Suo fianco e a difesa della Sua e della nostra libertà.
Aldo Labrecciosa
Firenze
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Caro direttore,
le esprimo la più viva e sincera solidarietà per lincredibile e vessatoria decisione dellOrdine dei giornalisti della Lombardia contro di Lei. In Italia si consente a Santoro e Travaglio di insolentire, offendere, calunniare la gente senza che questa possa difendersi e lOrdine come le tre scimmie non vede, non sente, non parla. Nel Suo caso una condanna che fa drizzare i capelli per la rabbia. Non Le infondo coraggio perché è Lei che ne infonde a noi Suoi lettori.
Pietro Gagliardi
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Egregio direttore,
la sua sospensione lo dimostra, linvidia umana per il successo degli altri è sempre più alta in Italia. Sapendo come la pensa, credo che per Lei sia un onore essere stato sospeso. Comunque, per quanto mi riguarda, è una conferma che gli Ordini vanno aboliti.
Luigi Cecchini
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Gentilissimo Vittorio Feltri,
sono disgustata dalla notizia della sua sospensione da parte dellordine (in minuscolo) dei giornalisti per avere anche fatto scrivere sul Giornale che lei dirige le opinioni di un libero pensatore, stimato e soprattutto pulito, come Renato Farina. Vorrei esprimere la mia ammirazione per averlo difeso fino a oggi, e per avere difeso la libertà di espressione che oggi, in questo nostro amato Paese, vive momenti bui. Chi non fa la vittima, come lei e Farina, oggi può solamente aspettarsi delle pugnalate. Chi invece applica il vittimismo violento e aggressivo riesce ad avere le platee e i difensori dufficio. (...) Posso solo esprimerle la mia solidarietà, e farle sapere a nome anche di tanta altra gente che non smetteremo certo di pensare, e nemmeno di votare.
Irene Ricci
Bologna
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Caro Feltri,
ancora una volta si cerca di mettere a tacere chi ha il coraggio di dire la verità che a molti dà fastidio. Le esprimo tutta la mia stima.
Dario Castello
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