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"Solo un'ipotesi...". La retromarcia di Amato sulla strage di Ustica

L'ex presidente del Consiglio ritratta parzialmente l'intervista rilasciata a Repubblica due giorni fa: "Non ho raccontato nulla di nuovo, non era nelle mie possibilità. Volevo riportare il tema all'attenzione"

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Giuliano Amato compie un immediato dietrofront sulla strage di Ustica e sostiene che quella raccontata da lui fosse solo una delle ipotesi. Lo fa ad appena quarantotto ore di distanza dalla sua intervista rilasciata a Repubblica che aveva destato non poche polemiche nell'ultimo fine settimana. L'ex presidente del Consiglio si era detto esplicitamente convinto che il Dc9 dell'Itavia, precipitato nel Mar Tirreno con a bordo 81 passeggeri. fosse stato abbattuto da un missile francese in quel tragico 27 giugno 1980. Ora, però, ritorna sul contenuto delle sue recenti dichiarazioni perché ci tiene a sottolineare alcuni punti, affermando che "dei titoli con cui un articolo o un'intervista vengono presentati non risponde l'autore".

"Io ho solo rimesso sul tavolo una ipotesi già fortemente ritenuta credibile, non perché avessi forti elementi, ma per sollecitare chi li ha a parlare, a dire la verità. Non altro - precisa in un'intervista di oggi a La Verità -. "Io non ho raccontato nulla di nuovo - spiega ancora - non era nelle mie possibilità. Volevo riportare il tema all'attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell'ipotesi a parlare". Il presidente emerito della Corte Costituzionale aggiunge poi: "Gli anni passano, le famiglie sono lì convinte che la verità non sia ancora venuta fuori, e i testimoni rimasti possono andarsene presto. Come può capitare a me, data la mia età".

Riguardo, inoltre, alle affermazioni riguardanti Bettino Craxi e alle repliche dei figli dello storico leader socialista secondo i quali lui fece avvisare Gheddafi del bombardamento che si preparava sul suo quartier generale di Tripoli nel 1986, Giuliano Amato replica: "Purtroppo non ricordo chi mi disse che era stato Craxi a informare Gheddafi, anche se il ricordo è rimasto". In ogni caso, "su chi informò Gheddafi è ben possibile che ci sia stata confusione di date - sottolinea - fra l'86 e l'80, quando secondo Luigi Zanda (ex portavoce di Cossiga ndr) oggi, furono i servizi. Onestamente non riesco a dire se la confusione l'ho fatta io o se l'ha fatta chi mi parlò di Craxi come informatore di Gheddafi". Infine alla domanda postagli direttamente, Amato replica che con le sue parole non aveva "nessuna intenzione di creare difficoltà al governo. Perché mai?".

In ogni caso, anche queste parole odierne non hanno mancato di scatenare ulteriori polemiche. "Se un ex presidente del Consiglio fa un'intervista e chiede le scuse al Presidente francese per Ustica, dando per scontata una tesi smentita da una sentenza definitiva, non può poi dire 'hanno sbagliato il titolò e 'non ho nuovi elementì, dopo aver creato aspettative nelle famiglie delle vittime e un incidente diplomatico con la Francia e la Nato". Così il leader di Azione, Carlo Calenda, su X.

"Le scuse sarebbero decisamente più appropriate".

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