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«Sono armi politiche» Adesso pure le toghe invocano più regole sulle intercettazioni

RomaRiformare la legge sulle intercettazioni affinché non siano più «usate come arma politica». Adesso si sono svegliati e si rendono conto che è necessario ed urgente cambiare le regole. Ad invocare la riforma per impedire strumentalizzazioni politiche, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ma pure Rodolfo Sabelli, il presidente dell'Anm, che per la verità fino ad ora sembrava i pienamente soddisfatto dello status quo. Un voltafaccia repentino che induce capogruppo del Pdl in commissione Giustizia a Montecitorio, Enrico Costa, a non credere nel cambiamento. Passato lo choc per la morte di Loris D'Ambrosio, secondo Costa, torneranno a bloccare la riforma. «Tanti di quelli che chiedono di intervenire sulle intercettazioni sono proprio coloro che, condizionati dall'Anm, hanno fatto da “freni a mano” per la riforma - dice Costa - Di fronte alle attuali e tristi vicende invocano una nuova legge ma tra un mese si metteranno di nuovo di traverso». A rilanciare la necessità di una riforma che «tuteli indagini e libertà di stampa» è Vietti che dice pure «basta alle intercettazioni usate come arma impropria contro gli avversari politici». Non solo. Vietti spiega che il Csm «ha avviato un riflessione sulle prassi applicative delle intercettazioni» per «verificare la corretta applicazione dell'articolo del codice che già oggi prevede una udienza in cui si decida quali intercettazioni inserire nel fascicolo dibattimentale, escludendo quelle irrilevanti», in modo che non finiscano per essere pubblicate. Una riflessione conseguente alla vicenda che ha visto coinvolto il Quirinale? Non direttamente, frena Vietti. Ma il fatto che sia stato sollevato il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta da parte del presidente della Repubblica «ha contribuito a porre all'ordine del giorno il tema delle intercettazioni», riconosce Vietti.
Anche Sabelli ora afferma di non essere contrario «a una riforma delle intercettazioni» che vada a «tutelare la riservatezza soprattutto dei terzi estranei alle indagini». L'apertura alla riforma dell'Anm non piace a Magistratura indipendente.

Il segretario generale, Cosimo Maria Ferri, attacca Anm, accusandolo di cambiare linea «a seconda del governo in carica» e ribadisce il “no” alla riforma. Una proposta del Pdl giace da tempo in Parlamento ma Vietti pensa non ci sia la volontà di passare «dalle parole ai fatti». FA

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