Bufera sulle parole di Marcello De Angelis: ecco cosa è successo

Il responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio ha deciso di rispondere alle polemiche scaturite da un suo post su Facebook nel quale ha confermato la propria opinione riguardante le responsabilità penali di Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Immediate le reazioni politiche: "Si dimetta"

Bufera sulle parole di Marcello De Angelis: ecco cosa è successo
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"Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero". Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, replica alle critiche che gli sono piovuto addosso a seguito di un suo post su Facebook scritto sulla strage di Bologna. "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare - prosegue De Angelis in un altro suo pensiero sui social -. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l'accertamento della verità, con l'utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo - ricorda De Angelis -. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio".

"Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso", aveva concluso De Angelis. Proprio su questa frase era poi arrivata la replica rapida di Carlo Calenda: "Caro De Angelis, per fortuna lei vive in un paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Dunque nessuno la manderà al rogo. Semplicemente continueremo a combattere le sue idee in nome della democrazia e della costituzione repubblicana che i suoi amici volevano sovvertire. Il martirio le è precluso, le dimissioni no. Spero che Rocca si dia una mossa in questo senso".

Il post di De Angelis

Marcello De Angelis, ex terrorista, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio governata da Francesco Rocca, aveva espresso questo suo parere a pochi giorni di distanza dall'anniversario 2 agosto: "So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza". "Un giorno - aveva puntualizzato - molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)".

Soltanto quattro giorni fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 43esimo anniversario dell'attentato del 2 agosto 1980 che conta 85 vittime e 200 feriti, aveva sottolineato nel messaggio alla città che "la matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi". "Che non c'entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini - aveva proseguito de Angelis -. "Lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e 'cariche istituzionali'; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un'intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere". De Angelis concluse invitando a rilanciare il suo pensiero. "A questo post non basta mettere un 'mi piace' - scrive - dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…".

Le reazioni politiche al post di Marcello De Angelis

Immediate sono state le polemiche. Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, chiede al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, "di prendere immediatamente le distanze da quelle parole". Per Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari della vittima della Strage di Bologna, "queste sono le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove". Dura anche l'Anpi: "De Angelis - sostiene Fabrizio De Sanctis, presidente del Comitato provinciale di Roma - o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina".

Sul tema è intervenuto anche l'ex presidente della Camera Luciano Violante: "Se De Angelis conosce i responsabili della strage di Bologna e sa che non sono quelli condannati, avrebbe il dovere di chiarire".

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