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«Sono un grande peccatore» Così è stato eletto Francesco

RomaNon sono più un segreto custodito tra le mura della Cappella Sistina: le prime parole di Papa Bergoglio nel momento dell'accettazione all'elezione di Sommo Pontefice sono state svelate. «Sono un grande peccatore. Confidando nella misericordia e nella pazienza di Dio, nella sofferenza, accetto». Prime parole che segnano fin dall'inizio la figura di Papa Francesco, che in appena due settimane al Soglio di Pietro ha in più occasioni mostrato tutta la sua umiltà e la sua umanità.
Il 13 marzo, secondo giorno di Conclave, al quinto scrutinio, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, contraddicendo ogni pronostico giornalistico, sfonda il quorum dei due terzi, ovvero 77 voti, per essere eletto Papa, aggiudicandosi addirittura oltre 100 consensi. Quasi un plebiscito.
Il cardinale Giovanni Battista Re, proto-vescovo, gli pone la storica domanda: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». Bergoglio risponde mostrandosi con tutte le sue paure e debolezze: «Sono un peccatore, nella sofferenza accetto».
A rivelare le prime parole pronunciate dal nuovo Pontefice davanti ai 115 cardinali elettori, dopo averne chiesto permesso allo stesso Papa Francesco, è stato il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, nel documentario Francesco - Elezione di un Papa che viene dalla fine del mondo, realizzato dal Centro televisivo vaticano e che sarà distribuito in versione dvd dal prossimo 2 aprile; giorno, tra l'altro, dell'anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Un tema, quello del peccato umano, sul quale il Papa è tornato anche ieri mattina, durante la messa pre-pasquale presieduta proprio dal cardinale Comastri e alla quale Francesco ha partecipato quasi a sorpresa. «Voglio chiedervi di pregare per me - ha detto il Pontefice rivolgendosi ai dipendenti vaticani - ne ho bisogno perché io sono anche un peccatore, come tutti. E voglio essere fedele al Signore. Pregate per me».
Sempre ieri il Papa argentino ha presieduto la sua prima udienza generale in piazza San Pietro, davanti a una grande folla di fedeli. La missione di Gesù, ha detto, è di «aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio». I cristiani, dunque, devono «uscire» da loro stessi per «andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell'esistenza», verso i «nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto».
Un invito che il Papa intende attuare in prima persona. Da qui la scelta di recarsi, oggi pomeriggio, all'Istituto penale per minori di Casal del Marmo, dove Francesco presiede la messa del giovedì santo e lava i piedi a 12 ragazzi detenuti nel carcere.

Una scelta piuttosto innovativa nella tradizione dei riti pasquali, ma d'altra parte in continuità con quanto avveniva a Buenos Aires, quando - da arcivescovo - «padre» Bergoglio usava celebrare la messa nella cena del Signore in un carcere o in un ospedale o in un ospizio per poveri o persone emarginate.

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