Sorpresa, il Senato dice no all’arresto di De Gregorio

Sorpresa, il Senato dice no all’arresto di De Gregorio

Roma Sergio De Gregorio è salvo (a sorpresa). Ieri l’aula del Senato con 169 no, 109 sì e 16 astenuti ha bocciato, a scrutinio segreto, la richiesta dei pm di arresti domiciliari per il senatore Pdl, coinvolto nell’inchiesta su Valter Lavitola. Il Senato ha ribaltato il verdetto della giunta per le autorizzazioni. Ha votato contro il Pdl; a favore Lega, Pd, Idv e Udc, che in giunta non aveva partecipato al voto. Nell’ordinanza di custodia cautelare, a De Gregorio è contestato il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria. Un’accusa infondata per il senatore Pdl che prima del voto ha preso la parola in Aula: «Ho il dovere di difendermi con forza da accuse che mi fanno male. Nulla fa più male di essere indicato come riciclatore di denaro sporco all’estero. Ho tre bambini piccoli e una moglie - ha ricordato - non fuggo e non inquino le prove. Vorrei difendermi da uomo libero nel processo, lo sto facendo senza sfuggire mai alle mie responsabilità». Dopo il voto concluso ha dichiarato: «Ringrazio i colleghi del mio gruppo e altri che non conosco: non mi aspettavo un sostegno così forte».

Il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro ha criticato il giudizio dei colleghi: «Chi ha votato contro l’arresto ha screditato e umiliato il Parlamento». Ma lo stesso Luigi Lusi, espulso dal Pd e indagato per i fondi della Margherita, ammette: «Ho votato contro, è una questione di coscienza, non c’è stato nessun accordo».

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