Gemellini scomparsi e ritrovati dopo 10 ore. Una giornata di terrore allo stato puro per i genitori, una coppia di romeni che vive a Zagarolo, zona Castelli Romani. Invece Sebastian e Alexander, fratelli di sei anni, erano al mare. Costantin, il «sequestratore», un muratore romeno di 37 anni e a sua volta padre di due bambini, li aveva portati a Ladispoli assieme ad altri due bambini di Frosinone affidati da amici. «Non volevo far niente di male», le sue parole quando ha visto i carabinieri. Non si è reso conto di aver scatenato un putiferio per tutta Roma. In attesa che sia chiarita la sua posizione, l'uomo sarebbe in stato di fermo.
Comincia tutto poco prima di pranzo nel giardino di una chiesa ortodossa di Ponte Mammolo dei Santissimi Martiri. Il papà, 50 anni, molto religioso e diacono della comunità, partecipa alla funzione religiosa. La mamma prepara il pranzo. Li lascia giocare fuori dalla chiesetta delle Palme, un prefabbricato, assieme a un connazionale.
«Un tipo strano» diranno successivamente ai carabinieri, comunque ben conosciuto. All'uscita della funzione, però, dei due bambini nessuna traccia. Spariti nel nulla, dileguati assieme all'uomo e ad altri due ragazzini a lui lasciati in custodia. «Il telefono di Costantin squillava - raccontano altri testimoni della comunità ortodossa di Ponte Mammolo - ma non rispondeva nessuno». Ai genitori dei piccoli non resta che precipitarsi alla più vicina stazione dei carabinieri, quella del quartiere San Basilio, e denunciare la drammatica scomparsa. Ore di forte apprensione, dunque, per quella che tutti sperano sia solo una disavventura. Costantin, nonostante per alcuni non sarebbe completamente a posto di testa, per altri sarebbe una persona perbene. Tanto che la maggior parte dei parrocchiani si fida di lui. Immediate le ricerche e le indagini dei carabinieri della compagnia Montesacro. Mentre una «gazzella» viene spedita a tutta velocità in casa del sospettato, altre «radiomobili» setacciano il quartiere come la cittadina dove risiede la famiglia romena, nella speranza che i due possano aver raggiunto, chissà come, la loro abitazione. È a casa di Costantin che viene chiarito il mistero del cellulare che squillava a vuoto: il telefonino era stato dimenticato nell'appartamento. Particolare che non migliora la posizione dello straniero.
Così le foto dei piccoli gemelli finiscono per tappezzare mezza Roma, il comandante della compagnia di Montesacro, maggiore Di Stefano segue «varie piste», e la mente di tanti torna all'agghiacciante precedente di Simeone Nardacci, 8 anni, sparito nel '98 mentre giocava in cortile e trovato morto in una pineta, ucciso da una famiglia di pedofili. Per ore lungo tutto il quadrante sud-est della capitale lavorano le squadre cinofile dell'Arma e della polizia mentre gli elicotteri sorvolano l'intera città con la speranza di ritrovare sani e salvi i due bambini, fino a quando, in serata, la sorpresa. Costantin torna a casa con i quattro bimbi e trova ad attenderlo gli agenti. I piccoli arrivano finalmente in caserma, dove abbracciano i genitori e il finale della storia ha tutto un altro sapore.
Quello della «incomprensione», così come il comandante dei carabinieri Maurizio Mezzavilla e lo stesso papà dei gemelli definiscono in serata l'intera faccenda. Il sapore agrodolce di una giornata di ordinaria angoscia conclusa in un - doppio - abbraccio con mamma e papà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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