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"Spero che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi". Ora Bersani sta esagerando

In calo nei sondaggi, il leader Pd punta tutto sull'antiberlusconismo: "Spero che Dio abbia perso lo stampino di Silvio"

Il candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani
Il candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani

Lo scandalo Mps, il calo nei sondaggi, gli scontri con Antonio Ingroia e Beppe Grillo, il "due di picche" dei montiani. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è in affanno: non gli resta che giocare la carta dell'anti berlusconismo spinto. Si sa, quando vengono a mancare gli argomenti, si passa agli insulti. "Il nostro obiettivo è mandare a casa Berlusconi una volta per tutte e un sistema durato venti anni - ha tuonato il leader periamo che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi".

Alla Stazione Marittima di Napoli dove ha partecipato a un appuntamento elettorale alla presenza dei candidati in Campania, Bersani ha attaccato a testa bassa il Cavaliere nel tentativo di ricompattare le schere degli anti berlusconiani. Il copione è il solito: insulta, tira in ballo le inchieste della magistratura milanese, cita a suo uso e consumo i gossip pubblicati dalla stampa progressista. "Come è arrivato Monti al governo, i giornali sono diventati tutti rigorosi, portavano solo tabelle e articoli di economia - ha spiegato il segretario piddì - fino al giorno primo parlavano di festini vari. Diciamo che per anni abbiamo mangiato pane, Ruby e festini". L'intento è sin troppo chiaro. Nelle ultime ore i sondaggisti e gli analisti politici hanno infatti rilevato che, mentre il Pd perde terreno a causa dello scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena, parte dell'elettorato di sinistra si sta spostando verso il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Il tentativo di Bersani è, appunto, quello di richiamare all'ordine l'ala radicale dell'elettorale sotto l'odio contro Berlusconi. "Uno che è arrivato dicendo che schifava la politica, schifava lo Stato, il Fisco, schifava tutto", ha detto il leader democrat invitando i propri elettori a non votare per movimenti politici, come quelli fondati dall'ex pm di Palermo e dal comico genovese, che tra trent'anni non esisteranno più.

A Bersani gli insulti, però, non bastano. Anche l'arrivo di Mario Balotelli al Milan entra nella campagna elettorale. "Nelle stesse ore in cui ieri ero a Padova a visitare disabili e carcerati, problemi seri insomma, Berlusconi trattava Balotelli - ha commentato il segretario del Pd - allora io vi annuncio che sto trattando per portare Leo Messi al Bettola Football Club". In realtà, anziché ironizzare sull'acquisto di SuperMario, Bersani potrebbe inziare a dare qualche risposta concreta sullo scandalo che lega pericolosamente il Monte dei Paschi al Partito democratico. La dichiarazione "Il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche" non basta. Non solo.

Anziché sperare che Dio abbia gettato via lo "stampino di Berlusconi", Bersani potrebbe spiegare con chiarezza agli italiani l'importo della manovrina economica, che ha in mente di fare in caso di vittoria, e la rimodulazione dell'Imu per stangare i patrimoni immobiliari.

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