«Alitalia non è la Cenerentola di Air France», ripete Maurizio Lupi, il ministro dei Trasporti ciellino che con il salvataggio della compagnia ha trovato una visibilità mai sperimentata prima. Il senso delle sue parole, e dell'intera operazione per come la vuole presentare il governo Letta, è che Air France non può sperare di rilevare l'Alitalia per poi fare piazza pulita dei nostri aeroporti e trasformarla in una sorte di ponte aereo con Parigi ed Amsterdam per alimentare i voli intercontinentali del colosso europeo.
Contro questo obiettivo si è mosso il governo, accusando pesantemente l'attuale gestione di aver portato Alitalia a un passo dalla sua sparizione. E, indirettamente, la critica è andata all'operazione-patrioti del 2008 e al suo più forte sponsor, Silvio Berlusconi. Peccato, però, che a ben vedere Berlusconi e i patrioti volessero evitare esattamente quello che oggi dice Lupi, e cioè di avere presto un'Alitalia Cenerentola dei francesi.
Qualcuno forse crede che nel 2008 Air France avesse in mente un progetto tanto diverso? Per questo lo si è osteggiato allora. Proprio come il governo lo sta osteggiando oggi. Nessuna differenza, molte le contraddizioni.