Stabilità avanti a fiducie, sindaci in rivolta

Stabilità avanti a fiducie, sindaci in rivolta

RomaLa legge di stabilità ottiene tre fiducie in Parlamento, ma è sfiduciata dai sindaci che minacciano le dimissioni di massa se il provvedimento non cambierà. I primi cittadini, che ieri hanno manifestato a Milano, criticano i tagli ai bilanci delle loro città adottati con la spending review, chiedono una revisione del patto di stabilità interno e vogliono che i tributi locali - Imu in prima fila - rimangano sul territorio. La decisione sulle dimissioni saranno prese in un'assemblea dell'Anci il 29 novembre. «Governeranno le comunità locali con i prefetti», minaccia il presidente dell'Anci Graziano Delrio al termine di un incontro col ministro Piero Giarda. Ieri la delegazione dei primi cittadini ha incontrato il segretario leghista Maroni, oggi vedrà Alfano e Bersani.
A proposito di Imu, il governo è al lavoro per risolvere, finalmente, la questione del pagamento dell'imposta da parte della Chiesa e dell'intero mondo del no profit. Ai fini della tassazione la distinzione sarà tra attività commerciali e non commerciali, senza ulteriori estensioni. Per quanto riguarda le situazioni «miste» si considererà l'attività prevalente, oppure si farà ricorso a un meccanismo di quote. Il governo è anche orientato ad aumentare le risorse per i malati di Sla.
La legge di stabilità ha ottenuto ieri a Montecitorio tre voti di fiducia, e oggi arriverà il voto definitivo sul testo.

Il provvedimento, che prevede fra l'altro l'aumento dell'Iva a partire dal 1° luglio prossimo, non ha fatto però il pieno di consensi. In particolare sono mancati circa settanta voti dai banchi del Pdl. Sì compatto, invece dai parlamentari di Pd e Udc.

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