
Ventotto giorni per chiudere l'affaire San Siro e il Pd prova a fare quadrato. Per non sforare la deadline del 30 settembre fissata da Milan e Inter per concludere l'accordo sull'acquisto di stadio e aree intorno ed evitare che per qualche intoppo si arrivi alla data-incubo del 10 novembre in cui scatterà il vincolo sul secondo anello, ieri la vicesindaco Anna Scavuzzo che ha la delega ad interim alla Rigenerazione urbana ha incontrato per quasi due ore il gruppo dem per svelare dettagli dell'intesa e cronoprogramma. Vertice complicato alla vigilia dalla pubblicazione di chat legate alle inchieste della Procura sull'urbanistica in cui (tra l'altro) l'ex assessore Tancredi e il dg Christian Malangone definivano il dem Alessandro Giungi, contrario alla vendita, «il solito psicotico». Tant'è, Scavuzzo ha presieduto il vertice con il consulente legale Alberto Toffoletto, presenti il capo di Gabinetto del sindaco Filippo Barberis e il segretario milanese del Pd Alessandro Capelli. Riunione in sala giunta dove la delibera dovrebbe approdare l'11 settembre. Al termine la capogruppo Pd Beatrice Uguccioni con il presidente della Commissione Rigenerazione urbana Bruno Ceccarelli ha definito l'incontro «molto proficuo» e «altri ne faremo, anche con gli altri partiti di maggioranza, per definire le trattative ancora in corso coi club. Per noi è fondamentale il rispetto dei paletti approvati in questi anni, dalle rispetto delle volumetrie alla neutralità carbonica che dovrà essere compensata sul territorio milanese, e si va in questa direzione». Un dietrofront, visto che sui «crediti di carbonio», il taglio di emissioni in Amazzonia o altre parti del mondo, era già scattata la rivolta ambientalisti. Ma se ci saranno i numeri in aula Uguccioni ad oggi non si sbilancia: «Non faccio conteggio. Chiederemo un numero congruo di Commissioni per arrivare al voto con le idee chiare e valuterà via via l'esito della trattativa». Il boccone più difficile da digerire e spiegare a livello politico è la «partecipazione» alle spese dei club, il Comune metterà fino a 36 milioni di euro. Ceccarelli tiene a precisare che «non si può parlare di sconto, le squadre pagheranno 197 milioni fissati dall'Agenzia delle Entrate». Ma il Comune coprirà «fino a un massimo di 12 milioni» la parziale demolizione e rifacimento del tunnel Patroclo «chiesto da noi per allontanare il nuovo stadio dai caseggiati di via Tesio» se ci saranno extracosti rispetto ai 68 milioni previsti, «fino a 9,6 milioni per le bonifiche di aree verdi che saranno restituite in gestione al pubblico» o «fino a 14 milioni per la rifunzionalizzazione del Meazza», se saranno superate le stime sulle parti vincolate dalla Soprintendenza. Tant'è, Pd e Lista Sala sullo scomputo spese «friggono», i Verdi sono già contrari alla vendita. «C'è una negoziazione, speriam che le cifre possano calare, ma su demolizione e bonifiche la legge stadi è crudele e prevederebbe lo scomputo totale» spiega Ceccarelli. Occhi puntati anche sul verde «vero» e non pensile. I dem spiegano che su un totale di 140mila mq circa 80/100mila mq torneranno al Comune e «ci saranno almeno 52mila mq di verde profondo». Paletti dal Comitato legalità, sui criteri di sicurezza per le imprese usate in cantiere e sulla «bancabilità» del progetto, le società dovranno versare fidejussioni in quattro step per garantire al Comune di portare a termine il piano anche in caso di fallimento. E c'è il vincolo «anti speculazione», in caso di cessione delle aree a valori superiori entro i primi 5 anni il Comune potrà incamerare una quota fino al 50% superiore rispetto al prezzo di vendita. Con l'aria che tira sull'edilizia e i ricorsi depositati in Procura e alla Corte dei Conti, non si escludono altre sorprese dalla magistratura. «Al momento prendiamo atto di quanto sta avvenendo, io sono garantista, valuteremo di volta in volta» afferma Uguccioni. I dem sicuramente contrari alla delibera sono due, Giungi - che ieri si è detto «ancora più convinto» a fine incontro - c'è Rosario Pantaleo, che ha scelto di non partecipare: «Quello che dovevo dire l'ho già detto in questi anni e ho depositato mozioni mai discusse». Tra gli incerti, almeno fino a ieri, Angelica Vasile e Angelo Turco. Contro i 3 Verdi (Monguzzi, Gorini e Cucchiara) e Enrico Fedrighini (gruppo misto) che organizzando una mobilitazione, incerto Marco Fumagalli (Lista Sala).
Per contro, il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli invece si è detto ieri «molto preoccupato» perché «senza un nuovo stadio o un adeguamento di San Siro ad oggi Milano non potrà ospitare gli Europei 2032. Il mio grido d'allarme è condiviso dalle società. Sarebbe una sconfitta per il Paese».