RomaLa sperimentazione del metodo Stamina partirà il 1 luglio, durerà 18 mesi e si dovrà svolgere in un centro autorizzato dall'Aifa, l'Agenzia italiana del Farmaco, con il monitoraggio di un Osservatorio istituito ad hoc. Lo stanziamento di 3 milioni viene dal Fondo sanitario nazionale. Ci sarebbero già 600 famiglie pronte a fare ricorso per ottenere le cure per i loro figli che quindi presumibilmente potrebbero entrare nella sperimentazione. Tutto risolto dunque? Assolutamente no. Il presidente di Stamina, Davide Vannoni, ieri in piazza a manifestare con i familiari dei malati, attacca la «lobby delle industrie farmaceutiche» e il ministero. L'Aifa replica minacciando querela. «Se la sperimentazione sarà di tipo farmaceutico la nostra metodica sarà bloccata -dice Vannoni- perché nei laboratori farmaceutici sono richiesti requisiti tecnici e metodologici non utilizzati dal protocollo Stamina». A Vannoni non interessa che nel provvedimento si prevedano deroghe dalla normativa vigente purché sia tutelata la salute del paziente. Non tutti i malati però la pensano così.
L'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica che rappresenta migliaia di pazienti approva la decisione del Parlamento perché la sperimentazione secondo le regole scientifiche e con il vaglio del ministero «è una garanzia per tutti i pazienti che aspettano risposte certe e trasparenti».FA- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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