Roma - Si prepara la resa dei conti sul caso Stamina ed è partita la caccia ai responsabili di quello che si sta profilando come un enorme inganno. Tre scienziati (Elena Cattaneo senatrice e direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali dell'Università di Milano, Michele De Luca dell'Università di Modena e Gilberto Corbellini della Sapienza di Roma) schierati fin dal primo momento contro il Metodo Stamina e il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, in una lettera aperta inviata al quotidiano La Stampa lanciano un j'accuse pesantissimo contro la trasmissione Le Iene perchè, spiegano, rappresenta «un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà di informazione da cui sono venuti danni irreparabili alle persone e alla sanità pubblica». La senatrice Cattaneo conclude osservando che ora qualcuno deve risarcire lo Stato ed i malati. Ma gli scienziati nel criticare Le Iene dimenticano però che il principale responsabile è proprio lo Stato ovvero le sue istituzioni: magistratura; parlamento; governo. Se da un lato abbiamo magistrati, come Raffaele Guariniello, che stanno verificando tutte le accuse ed i sospetti che gravano su Vannoni ed i suoi collaboratori non si può ignorare che altri magistrati hanno invece imposto quella cura a suon di sentenze ignorando gli innumerevoli pareri di medici competenti e pure il fatto che loro colleghi stavano già ipotizzando accuse gravi a carico di Vannoni.Nè si può sorvolare sul fatto che la valutazione del Comitato scientifico voluto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è stata screditata dalla sentenza del Tar che ha giudicato il Comitato non imparziale ed ha imposto al ministero di nominarne un altro. Anche governo e parlamento hanno una responsabilità diretta. L'Agenzia nazionale del farmaco, dopo una serie di ispezioni dei Nas che avevano verificato tutte le mancanze dei laboratori dove si produceva il preparato, aveva bloccato la Stamina Foundation con un'ordinanza poi però vanificata da un decreto dell'allora ministro della Salute, Renato Balduzzi, approvato dal Parlamento. Decreto che dava il via libera alla somministrazione di un preparato che l'Aifa organismo del ministero aveva giudicato pericoloso, e stanziava pure tre milioni di euro per la sperimentazione a carico del servizio sanitario nazionale. Ora i nodi vengono al pettine.
Su Davide Vannoni e suoi collaboratori pesano due richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura di Torino. Si comincia il prossimo 7 febbraio con l'udienza preliminare per la richiesta del pm Giancarlo Avenati Bassi per il reato di tentata truffa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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