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Giochi del Mediterraneo a rischio, ecco perché rischiano di saltare

Domani riunione definitiva al Ministero dello Sport tra i ministri Abodi, Fitto, Emiliano, il sindaco Melucci e il commissario Ferrarese

Giochi del Mediterraneo a rischio, ecco perché rischiano di saltare

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Dopo l’uscita della pista di bob dal cronoprogramma delle opere da realizzare per le Olimpiadi Milano Cortina, siamo al redde rationem anche per i Giochi del Mediterraneo, la manifestazione che si terrà lo stesso anno, nel 2026, a Taranto.

Dopo quattro anni dall’aggiudicazione del comitato messo in piedi dal governatore Michele Emiliano, all’epoca spalleggiato dal ministro del Sud Barbara Lezzi, che volevano fare di questi giochi il riscatto di Taranto (come se quella che era la città industriale più importante del mezzogiorno avesse bisogno di riscatto), i lavori erano ancora a zero. Nel frattempo però il masterplan presentato dagli uomini di Emiliano si era evoluto, duplicando i costi e le opere rispetto alla candidatura, e privando il piano dei 142 milioni che avrebbero dovuto mettere a disposizione gli enti locali.

Così il governo Meloni è stato costretto a nominare un commissario per la realizzazione delle opere, individuato in Massimo Ferrarese, un imprenditore ex presidente di Invimit.

Nomina non gradita a Michele Emiliano che ha subito minacciato di ricorrere al Tar contro il commissariamento. Sono trascorsi invano sei mesi di liti tra il commissario e il sindaco di Taranto, intorno allo stadio Iacovone che il sindaco Melucci voleva abbattere e rifare ex novo con un albergo ed esercizi commerciali, mentre il commissario spingeva per un rifacimento non essendoci i tempi per una nuova struttura entro il 2026.

Gli obiettivi degli enti locali del resto non erano legati all’evento, ma a sfruttare i fondi pubblici ad esso legati: “a noi non interessa dei Giochi, ma delle opere che ci lasciano” ha dichiarato candidamente il sindaco del Pd.

E così in piena estate Giovanni Malagò ha annunciato il ritiro del Coni dal comitato organizzatore. Poi è stata la volta del Ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha ritirato la presenza del governo. Senza i principali partner, ovvero quelli che ci mettono i fondi, è chiaro che i Giochi del Mediterraneo saltano. Lasciando Emiliano a fare ricorso al Tar per la sagra della cozza pelosa, e il sindaco di Taranto a fare la stazione appaltante per i suoi pali.

E infatti poi è stato il turno di Davide Tizzano, presidente della Confederazione Internazionale dei Giochi del Mediterraneo, che tre giorni fa ha scritto ai reduci del comitato: “o mi mandate entro il 30 ottobre il masterplan o i Giochi del Mediterraneo li spostiamo da un’altra parte”.

Nel frattempo il commissario Ferrarese ha detto che una possibilità sarebbe stralciare la piscina, che il Sindaco aveva previsto praticamente sott'acqua, in un'area molto impattante sulla costa (e ancora priva di autorizzazione paesaggistica). Come pure pericoloso è il centro nautico al Torpediniere sul Mar Piccolo, una zona fortemente inquinata dall'arsenale militare dove ogni movimentazione fa sollevare i sedimenti inquinati dal fondale andando a colpire gli allevamenti marini.

Domani riunione definitiva al Ministero dello Sport tra i ministri Abodi, Fitto, Emiliano, il sindaco Melucci e il commissario Ferrarese.

Se le cose restano così i giochi del Mediterraneo saranno la più grossa figuraccia del Mediterraneo.

E a farla saranno Emiliano e i suoi.

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