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"Stop al bando". Anche Pisa si accoda a Torino con le proteste pro-Palestina

Il Senato accademico della Scuola Normale di Pisa ha chiesto lo stop al bando Maeci per la collaborazione Italia-Israele, fornendo un assist agli studenti pro-Palestina

"Stop al bando Maeci". Anche Pisa si accoda a Torino con le proteste pro-Palestina

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"Stop al bando Maeci". Anche Pisa si accoda a Torino con le proteste pro-Palestina

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Dopo Torino, gli studenti pro-Palestina vincono a Pisa e impongono alla Scuola Normale lo stop al bando Maeci. Ma non solo, perché ha adottato un documento programmatico per mettere all'indice i progetti di collaborazione con aziende che operano nel campo degli armamenti. La mozione è stata approvata dal Senato accademico lo scorso 26 marzo sotto le pressioni di una parte degli studenti e, al punto 5, si legge che la Normale "chiede al Maeci, alla luce dei principi sopra richiamati, di riconsiderare il 'Bando Scientifico 2024' emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele".

Quindi, il Senato accademico si è rivolto al Miur e al Maeci, chiedendo "di assicurare alla comunità scientifica che tutti i bandi e i progetti da essi promossi per favorire la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica con altri Stati rispettino rigorosamente i principi costituzionali, con particolare riferimento all'art. 11". Nella sua mozione, il Senato chiede "il rilascio degli ostaggi e un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza", sottolineando "l’inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese". La posizione della Scuola Normale di Pisa sembra essere più simbolica che altro, anche in considerazione che quella è la città in cui un mese fa si sono verificati gli scontri che hanno fatto clamore, tra gli studenti pro-Palestina e le forze dell'ordine.

Per il momento sono solo due le entità universitarie che hanno scelto di uscire dai bandi Maeci per quest'anno, a fronte di un appello sottoscritto da oltre 2000 docenti, ricercatori e personale che hanno chiesto agli atenei italiani una presa di posizione in favore della Palestina. Il boicottaggio a Israele, anche sotto forma dell'interruzione delle collaborazioni in ambito scientifico, è una delle battaglie che viene combattuta dai collettivi scolastici e universitari, la maggior parte dei quali fanno riferimento a Cambiare rotta. Secondo l'appello dei sottoscrittori delle università, con il bando Maeci si "aggraverebbero le responsabilità internazionali del nostro Paese poiché, nonostante le rassicurazioni del governo, l’Italia non sembra aver interrotto l’esportazione di armi verso Tel Aviv".

Dopo essersi presi le ferie per Pasqua, perché si sa che le proteste dei collettivi vanno in vacanza per le festività, siano queste quelle natalizie o pasquali e, ancora meglio, vengono sospese in occasione dell'estate, gli studenti pro-Palestina sono pronti a tornare nelle piazze a partire da aprile.

Da martedì, infatti, è prevista una settimana di mobilitazioni che avrà il suo culmine il prossimo 9 aprile con lo sciopero indetto dall'Usb "in sostegno alla mobilitazione dei collettivi studenteschi".

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