Dilemma: la buttiamo sul ridere o parliamo sul serio? No, perché «miracolo» è una di quelle parole che pesano, o almeno dovrebbero pesare. Nella testa e nel cuore. Chi ha ricevuto un vero miracolo sa di cosa parliamo: il miracolo - quello nella sua accezione teologica - è qualcosa che ti cambia la vita, anzi te la sconvolge. Nulla è come prima dopo aver ricevuto un miracolo, o comunque dopo essersi convinti di averne ricevuto uno. La storia della religione cristiana è piena di miracoli, uno degli stessi capisaldi della fede cattolica si fonda sui miracoli. Una guarigione inspiegabile, una luce che torna a illuminare la notte della disperazione, il ritrovamento di un affetto che si pensava perduto per sempre: tutto questo, e tanto altro ancora, è «miracolo».
Ma spesso il termine è usato anche dare valore specifico a un qualcosa che vale zero. E allora ecco spuntare titoli del tipo: «Oggi Grillo non ha insultato nessuno. Miracolo!», oppure ascoltare al bar frasi come: «Gente serie al governo? Sarebbe un miracolo...». Insomma, «miracolo» nasconde un che di prodigioso capace di innalzarlo tanto sulle vette del sublime, quanto di inabissarlo nel pozzo della mediocrità. Anche per questa ragione, quando abbiamo notato su importanti quotidiani la pubblicità del nuovo settimanale Miracoli, siamo andati in crisi. La copertina del nuovo periodico ricorda la grafica dei rotocalchi di gossip, ma il nome scelto per la testata ci impone di andare cauti.
Allora investiamo un euro (il prezzo della rivista) e vediamo di che si tratta. La cover story «esclusiva» è dedicata ad Albano che rivela: «Grazie all'aiuto di Papa Giovanni II ho sconfitto tre volte il demonio». Noi eravamo fermi al Festival di Sanremo del 1984, quando Albano, col brano Ci sarà, sconfisse in finale Toto Cutugno. Ma Miracoli ha scoperto ben altro: «Sono sopravvissuto per miracolo alla miseria - confessa il cantante al settimanale fresco di rotativa -, poi il Maligno mi ha sparato le sue cannonate, con Ylenia e la crisi del matrimonio con Romina... Grazie alla fede, però, non mi sono arreso mai».
Ovviamente per il suo numero d'esordio Miracoli ha in serbo pure altri scoop miracolosi»: da Juliette Binoche che «crede negli angeli e parla con loro» a Cino Tortorella che ci spiega «cos'ha visto nell'aldilà»; poi le benedette inchieste: dalla sfida del Titanic che qualcuno «vuole ricostruire, ma c'è una maledizione che blocca tutto», all'inondazione di Lourdes che - pare - sia «opera del diavolo». E si chiude in letizia di Dio con i «viaggi della fede» a San Giovanni e al «miracolo eucaristico di Buenos Aires» firmato da Papa Francesco. Lungi da noi l'intenzione di fare gli spiritosi, ma la tentazione è forte davanti alla rubrica «Ricette dello spirito», questa settimana dedicata agli «strascinati con cime di rape».
A rimetterci in riga pensa però l'editoriale di saluto ai lettori, dal titolo «Un giornale per dare speranza». «Se avete tra le mani questo giornale - è l'incipit del direttore Daniele Urso - è perché anche voi avete voglia di sperare, di credere che questo mondo possa essere diverso e migliorare». Tutto vero, quindi proseguiamo nella lettura del «fondo»: «La parola miracolo viene dal latino miraculum, cosa meravigliosa (...). La vita di tutti i giorni è piena di miracoli. A volte sono eventi davvero prodigiosi, altre volte dietro l'apparenza di normalità, nascondono qualcosa di straordinario. Sono miracoli quelli dei Santi, ma sono miracoli anche quelli della gente normale». Gente normale come - ci permettiamo di chiosare noi - pensionati, disoccupati, cassintegrati ed esodati che, per arrivare a fine mese, di miracoli devono farne più di uno. Ma torniamo al concetto di «speranza», come quella del gatto «Toldo» che «tutti i giorni va a trovare il suo padrone al cimitero» o come quella che anima l'esorcista della chiesa di Sarsina il quale, grazie al «collare di san Vicinio smaschera e scaccia Satana dal corpo degli indemoniati»; la didascalia che correda la foto della chiesa è decisamente benaugurante: « Se l'indemoniato entra nella cattedrale sta subito male».
Abbiamo così appena smesso di sfogliare il numero inaugurale di Miracoli, cui auguriamo lunga vita. Una longevità che, alla luce dell'attuale crisi editoriale, avrebbe davvero del prodigioso. Ma un giornale che si chiama Miracoli, avrà certamente santi in paradiso in grado di proteggerlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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