Interni

Strage Ustica, Amato un'ora e mezzo davanti al Copasir

L'ex presidente del Consiglio era stato convocato dopo l’intervista di un mese fa in cui aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9, nel giugno 1980, in cui persero la vita 81 persone

Strage Ustica, Amato un'ora e mezzo davanti al Copasir

Ascolta ora: "Strage Ustica, Amato sentito dal Copasir"

Strage Ustica, Amato sentito dal Copasir

00:00 / 00:00
100 %

Novanta minuti di faccia a faccia con i parlamentari del Copasir, il comitato che esercita il controllo sull'operato dei servizi segreti italiani. L’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, è stato ascoltato sul "caso Ustica", dopo l’intervista di un mese fa in cui Amato stesso aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9, avvenuto il 27 giugno 1980, in cui persero la vita 77 passeggeri 4 quattro membri dell'equipaggio.

Amato aveva rispolverato l'ipotesi di un missile francese. "La versione più credibile - disse a Repubblica - è quella della responsabilità dell'aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come incidente involontario".

Poi aggiunse che "il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi". E con un volo pindarico di 43 anni invitò la Francia a fare chiarezza sulla vicenda: "Adesso l'Eliseo può lavare l'onta che pesa su Parigi". Immediato (e scontato) il polverone suscitato da quelle parole. Con lo stesso Amato che, dopo, fece una parziale marcia indietro. "Non ho raccontato nulla di nuovo - scrisse l'ex premier a La Verità -. Non era nelle mie possibilità, non era nelle mie intenzioni. Volevo riportare il tema all’attenzione, sollecitare chi potrebbe convalidare quell’ipotesi a parlare. Gli anni passano, le famiglie sono lì convinte che la verità non sia ancora venuta fuori e i testimoni rimasti possono andarsene presto. Come può capitare a me, vista la mia età". E ammise, tra l'altro, di aver fatto un gran pasticcio sulle date in merito all'aiuto che Craxi diede a Gheddafi. "Su chi informò Gheddafi è ben possibile che ci sita stata confusione di date, fra l’86 (quando fu Craxi) e l’80, quando, secondo Luigi Zanda (ex portavoce di Cossiga, ndr) oggi, furono i servizi. Onestamente non riesco a dire se la confusione l’ho fatta io o se l’ha fatta chi mi parlò di Craxi come informatore di Gheddafi".

Amato al Copasir

Ma perché oggi quelle parole, perché quell'esternazione a quarantatre anni di distanza, lanciando prima il sasso e poi nascondendo la mano, dicendo di non avere vere e sostanziali novità sulla strage? Qualcuno vi lesse l'intento di danneggiare, in qualche modo, gli sforzi politico-diplomatici tra Palazzo Chigi e l'Eliseo. Ma Amato ha subito negato: "No, davvero, nessuna intenzione di creare difficoltà al Governo. Perché mai?".

Amato al Copasir

I parenti delle vittime: approfondimento importante

"Ci sono carenze e buchi nelle carte e credo che anche il Copasir possa avere interesse ad approfondire'". Lo afferma all'Adnkronos Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. ''Non so quali argomenti e quale taglio abbia dato Amato a questo incontro, di sicuro sarebbe importante se il Copasir avesse voglia di interessarsi a tante cose avvenute intorno alla nostra vicenda''.

Bonfietti ricorda gli ''elementi che vengono fuori dalle inchieste ma anche dal lavoro derivante dall'applicazione della direttiva Renzi'' sulla declassificazione e il versamento dei documenti delle Pubbliche amministrazioni sulle stragi e ''l'assenza di tanti anni e periodi, di tante carte nei luoghi deputati è un problema nazionale''.

Commenti