Da Papa Francesco non bisogna aspettarsi i sacramenti ai divorziati risposati o svolte importanti in materia di contraccezione, gay e aborto: a un anno dalle dimissioni di Joseph Ratzinger, il suo successore sta ammorbidendo i toni, non le posizioni, e in questa chiave potrebbe affidare a una donna la guida di un nuovo dipartimento della Curia. A dare la linea sul Boston Globe è il cardinale arcivescovo di New York Sean O'Malley.
O'Malley è, tra i prelati statunitensi, quello più vicino a Bergoglio, che lo ha inserito nel suo «G8», la commissione di otto saggi incaricati di riformare la burocrazia vaticana. Il cardinale ha detto che chi si aspetta da Francesco importanti cambiamenti in materia di aborto, contraccezione e omosessualità probabilmente resterà deluso. «La Chiesa deve essere fedele al Vangelo e all'insegnamento di Cristo» ha detto O'Malley. Quanto ai sacramenti a divorziati e risposati che vorrebbero essere più vicini alla Chiesa, l'alto prelato ha detto di «non vedere alcuna ragione» per allentare le regole. Le posizioni di O'Malley hanno un peso particolare: l'arcivescovo è l'unico americano che conosceva bene Bergoglio prima dell'elezione avendo spesso viaggiato in America Latina e parlando spagnolo correntemente. È anche l'unico americano nell'influente G-8, che nei prossimi giorni terrà la sua terza riunione sulla riforma della Curia.
Uscendo dal terreno dottrinale il cardinale ha segnalato la possibilità di svolte su due altri fronti importanti: donne nella Chiesa e annullamenti rotali.
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