Senatore Zedda, Lei è entrata in commissione Covid per il filone di audizioni secretate sulla prima fase della pandemia. Che impressione ha avuto degli auditi fino ad ora?
Stiamo piano piano ricostruendo i pezzi del puzzle. La mole di materiale è molta e non possiamo lasciare nulla al caso. Ci siamo assunti la responsabilità di dare tutta la verità che una commissione d’inchiesta può dare agli italiani su quanto accaduto in Italia durante i mesi bui della pandemia. Ed intendiamo onorare questo mandato fino in fondo. Ho dovuto rimodulare la mia presenza su Roma a discapito del mio territorio di provenienza, la Sardegna. La mole di lavoro è tanta e non mi spaventa, anzi mi regala nuova energia.
Per chi segue da osservatore esterno con attenzione i lavori della commissione, pare che ogni audizione sia un po’ come un campo di battaglia in cui la verità diventa terreno di conquista.
Diversi auditi hanno mostrato reticenza o sono venuti a raccontare una storia accomodante. Forse pensando di trovarsi davanti dei commissari impreparati. Qualcuno ha anche ammesso una collettiva reticenza per timore dei tribunali. Probabilmente a qualcuno vengono gli incubi la notte con quello che stiamo portando alla luce audizione dopo audizione.
Ieri, grazie ad un suo intervento durante l’audizione di Zambon, la commissione covid ha dimostrato di essersi spinta in meno di un anno laddove anche maxi indagini di alcune procure non erano arrivate. Mi riferisco alla lettura in diretta dei messaggi inediti depositati proprio in commissione covid da Ranieri Guerra sul ritiro del rapporto dell’Oms sparito in 24 ore e che dimostrerebbero senza se e senza ma il pieno coinvolgimento dell’ex ministro Roberto Speranza nella vicenda.
Ho ritenuto importante mettere insieme ordinatamente tutte le date degli eventi, tra le informazioni avute da Zambon e Guerra. Quello che emerge è che la ripubblicazione del rapporto ritirato su richiesta di Oms per una correzione sulla timeline della pandemia proprio in Cina fu stoppata poche ore dopo un incontro urgente tra Guerra e Speranza proprio del 14 maggio e richiesto dal capo di Oms Europa, Hans Kluge. Come non è normale che non si volesse scrivere in quel rapporto che il nostro piano pandemico influenzale redatto nel 2006 non fosse mai stato aggiornato. Non possiamo che sottolineare questo fatto su una vicenda rispetto alla quale occorre fare piena luce.
Sempre lei, insieme al presidente Marco Lisei, avete fatto emergere l’esistenza di una riunione segreta in cui Conte ed alcuni membri del Cts avrebbero deciso il lockdown nazionale. La trasparenza all’epoca non sembra essere stata molto di casa...
Anche questo è un fatto ormai incontestabile. Tutti si ricorderanno le decine di interrogazioni parlamentari del capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, durante gli anni della pandemia così come proprio a seguito di suoi ricorsi al Tar il ministero della Salute ha dovuto esibire sia il piano segreto che i verbali della task force. Se sulla pandemia c'è un filo conduttore è sempre stato quello di mettere tutto a tacere. Questo ovviamente non fa che ulteriormente avvalorare il lavoro di tutti i commissari - nessuno escluso - che si stanno impegnando per chiedere chiarezza in commissione Covid.
A proposito di mettere tutto a tacere. Sulla commissione è salita una specie di congiura del silenzio da parte di alcuni giornaloni e televisioni.
Tutte le commissioni d’inchiesta sono importanti.
Ma questa commissione stabilisce un precedente importante per la classe dirigente, ovvero quello di dover rendere conto delle proprie azioni davanti ai cittadini. E non ci facciamo certamente intimidire da chi evidentemente pensa che in questo Paese ci debbano essere sacche di potere che possano sottrarsi a questo basilare principio.