Politica

Il suo "rivale" Chaouki si chiude a Lampedusa

Il deputato: "Condizioni disastrose, Alfano mente". La solidarietà di Cuperlo

Il deputato del Pd Khalid Chaouki all'interno del centro d'accoglienza di Lampedusa
Il deputato del Pd Khalid Chaouki all'interno del centro d'accoglienza di Lampedusa

Roma - «Sia chiaro, io da qui non mi muovo». Khalid Chaouki, deputato Pd, arriva alle 10 di mattina nel centro di accoglienza per i migranti di Lampedusa e annuncia attraverso Twitter di voler andare avanti ad oltranza con la sua protesta. «Oggi ho mangiato con i migranti - dice il deputato - e resterò qui a dormire fino a quando non sarà ripristinata la legalità».
È il momento delle manifestazioni-choc, dopo il video della vergogna sulla doccia antiscabbia agli extracomunitari, che ha fatto il giro del mondo. Nel Cie romano di Ponte Galeria sabato 9 africani si sono cuciti la bocca per attirare l'attenzione sulle loro condizioni, ora Chaouki fa la sua parte.
Origini marocchine, 30 anni, 2 figli, il deputato racconta come gli è montata la rabbia. «Sono venuto a vedere quello che succedeva dopo l'informativa del ministro dell'Interno Alfano. Non mi pare che le cose siano come le descrive lui: ci sono 219 migranti che vivono qui da mesi, quando le norme internazionali prevedono al massimo 96 ore. Ci sono anche 7 eritrei, sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre con 366 morti. E 6 siriani fanno da 2 giorni lo sciopero della fame e della sete, per chiedere il trasferimento. Uno è Khalid, che ha fatto le riprese trasmesse dal tg2».
Il gesto di Chaouki provoca reazioni diverse nel partito guidato da Matteo Renzi, che proprio sabato è volato a Lampedusa. Ma il presidente dei Democratici Gianni Cuperlo telefona al deputato, esprime solidarietà con il suo «gesto estremo» e assicura che tutto il Pd è con lui. «L'esperienza dei Cie - dice- è da chiudere. Siamo di fronte al fallimento di leggi come la Bossi-Fini. Il governo deve al più presto portare in parlamento una nuova legge di civiltà».
Chaouki, intanto, scrive tweet e rilascia interviste in cui descrive il centro e la vita dei suoi «ospiti». «Qui continua a piovere. Recuperati i panini, ognuno mangia nel suo letto o nel cortile. Manca una mensa». E poi: «Le condizioni sono disastrose: entra acqua dal tetto, alcune stanze sono allagate, i bagni non funzionano». Dice che dopo i morti di 2 mesi e mezzo fa, le scene di lutto e cordoglio, ancora le promesse non sono state mantenute e mancano nel Cie le condizioni minime di vivibilità, nonostante lo sforzo dei volontari. Il governo, per Chaouki, deve intervenire «ora, subito, il prima possibile». Con Luigi Manconi, il deputato denuncia alla Procura il caso di un migrante tunisino, sbarcato nel 2011 nel ragusano, che sarebbe stato picchiato dagli agenti nel trasferimento a Caltanissetta, ricoverato in ospedale e operato per lesioni.
«Bravo Chaouki - dice Livia Turco e titolare con Napolitano della legge sull'immigrazione-. Alfano abbia il coraggio di fare di Lampedusa un reale centro di accoglienza e cancelli l'ignobile realtà dei Cie, frutto della politica immigratoria del centrodestra».

Il Dem Dario Ginefra, invece, non è affatto entusiasta: «Con tutto il rispetto per il collega, credo sia più corrispondente al nostro mandato chiuderci a Montecitorio per cancellare il reato di clandestinità e altre misure della Bossi-Fini».

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