Super Mario uomo dell'anno Ma non è Monti: è Draghi

Super Mario uomo dell'anno Ma non è Monti: è Draghi

Secondo il Financial Times, l'evento più importante del 2012 è la svolta impressa da Draghi all'euro. La guerra in Siria è collocata al secondo posto. Il primo posto di Draghi non è insidiato neanche dal fatto che in Egitto siano arrivati al potere i Fratelli mussulmani , e ci sia la guerra civile. Questo evento sta al terzo posto. La vittoria di Obama nelle presidenziali Usa è al quarto. Al quinto posto c'è lo scontro tra Cina e Giappone, che ha come movente le isole Diayou-Senkaku, ma riguarda l'egemonia nel Sudest asiatico: la parte del mondo a maggior sviluppo economico.
L'evento maggiore del 2012, dunque, è la dichiarazione di Draghi che la Bce farà qualsiasi cosa per difendere l'euro, assieme al varo, su sua iniziativa, della Omt (Outright monetary transaction), l'operazione monetaria decisiva, consistente nell'acquisto eventuale di titoli pubblici degli Stati in crisi per togliere il livello patologico ai loro spread. E quindi difendere l'euro non solo in una situazione tragica, ma anche prima, contro speculazioni prive di basi oggettive.
Il Financial Times è il principale giornale finanziario europeo. Riflette le valutazioni del mercato finanziario di Londra, il maggiore del mondo per la specializzazione monetaria. Sino a pochi mesi fa a Londra si scommetteva sulla caduta dell'euro. La dichiarazione di Draghi della scorsa estate, riguardante la difesa a oltranza della moneta unica e il varo della Omt, la sua «pistola fumante», era stata presa sul serio, ma non abbastanza, da indurre le grandi banche inglesi a modificare la previsione di un crollo dell'euro, nel 2013 o nel 2014 al più tardi. Nei mesi successivi, i mercati finanziari si sono convinti che Draghi ha davvero fatto fare una svolta alla Bce e che tale svolta non è contraria alle regole per l'euro. Ergo, Draghi è credibile. Ciò ha cambiato le carte in tavola. Gli spread adesso non contengono la scommessa sulla caduta dell'euro. Quindi il debito pubblico italiano non rischia più di essere svalutato dal crollo dell'euro. E lo spread sui titoli italiani che stazionava un po' sotto e un po' sopra i 400 punti a seconda delle stime dei trader (cioè dei commercianti in titoli finanziari) che cercano di capire quali operatori internazionali vogliano vendere i titoli, per alleggerirsi e quali comprarli , così è sceso. Nonostante che gli esperti dei nostri grandi giornali con il portafoglio a destra e l'occhio a sinistra avessero profetizzato che la caduta del governo Monti avrebbe fatto schizzare in alto gli spread, ciò non è avvenuto. Esso oscilla tra 320 e 350, come prima, perché c'è la «pistola fumante» di Draghi.
Da ciò, naturalmente, si desume che la discesa dello spread sui nostri titoli dalla quota sopra i 400 punti a quella sotto, durante il 2012, che era attribuita ai «miracoli» del governo Monti, dipende dal fatto che c'è stata una svolta, nella politica monetaria europea. La crisi in Europa, che ha colpito l'Italia a fine 2007, quando, con il governo Berlusconi, il bilancio pubblico tendeva al quasi pareggio e il rapporto debito-pil andava verso il 100%, non è colpa del suddetto governo Berlusconi. E neppure dei precedenti governi di centrosinistra.
É stata dovuta all'eccesso di speculazione finanziaria nel campo dei mutui immobiliari e di altri strumenti finanziari, praticato da banche spagnole, irlandesi, tedesche, franco-belga-olandesi e da quelle inglesi e americane, nonché dall'eccesso di investimenti finanziari facili di banche tedesche e francesi intitoli greci, portoghesi, ispanici. Ciò ha finanziato un boom malsano, lodato dai keynesiani, cui è seguita una crisi. La fuoriuscita italiana dalla crisi è stata resa difficile dalla confusione sui poteri della Bce, dal bizantinismo delle istituzioni europee, dai sospetti, dalle indecisioni e arroganze tedesche e dai velleitarismi francesi.
Draghi ha migliorato la situazione e si è meritato il titolo di protagonista del maggior evento dell'anno. Ma intanto l'Italia soffre, perché il premier uscente Mario Monti ha sbagliato la terapia.

Invece che fare la piccola correzione che ci era richiesta, con tagli di spesa e aumenti di imposte distribuiti con saggezza, ha martellato gli immobili, non ha liberalizzato il mercato del lavoro, si è scordato di rilanciare gli investimenti, con strumenti misti pubblico-privati. Esce di scena con lo spread basso, perché è stato fortunato.

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