RomaHa ascoltato la condanna con aria impassibile, da giocatore di poker che si avvia a perdere tutta la posta. È otto anni di carcere il prezzo che l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi pagherà per essersi intascato 25 milioni di fondi destinati al partito destinandoli a società a lui riconducibili: appropriazione indebita e calunnia nei confronti di Francesco Rutelli i reati riconosciuti, mentre è caduta l'accusa di associazione a delinquere, per la quale peraltro Lusi era stato arrestato il 20 giugno del 2012 dopo il via libera del Senato. Lusi fece 88 giorni di carcere prima che il 18 settembre 2012 il giudice per le indagini preliminari Simonetta D'Alessandro gli concedesse gli arresti domiciliari trascorsi nel Santuario della Madonna dei Bisognosi vicino Carsoli, in Abruzzo.
Una condanna in primo grado giunta dopo qualche ora di camera di consiglio e a suo modo storica, primo punto fermo di una vicenda che, secondo i giudici della quarta sezione penale di Roma, «ha segnato la crisi profonda della seconda Repubblica». «Oggi va ricordato che un senatore della Repubblica è stato arrestato per un reato da cui poi è stato assolto in giudizio», il primo commento dell'avvocato di Lusi, Luca Petrucci, che ha poi aggiunto: «Vedremo le motivazioni della sentenza ma va tenuto presente che ci sono anche delle contestazioni con possibili prescrizioni».
Il Tribunale di Roma ha condannato anche gli altri tre imputati: i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio sono stati condannati rispettivamente a tre anni e sei mesi e due anni e otto mesi mentre l'ex collaboratrice di Lusi Diana Ferri si è vista affibbiare un anno e due mesi. Tutte le condanne sono superiori alla richiesta fatta dall'accusa: per Lusi erano stati sollecitati sette anni e sei mesi, per Montecchia tre anni tondi, per Sebastio due anni e due mesi e per Ferri addirittura l'assoluzione. I giudici hanno mantenuto il sequestro su somme e immobili, hanno disposto per tutti e quattro gli imputati in solido il risarcimento del danno alla Margherita, l'appropriazione indebita in sede civile con 5mila euro immediatamente esecutivi. Il solo Lusi dovrà risarcire per la calunnia Rutelli in sede civile e con 5mila euro immediatamente esecutivi. Per Lusi, che secondo i giudici romani esercitava una «signoria totale rispetto alla gestione delle spese della Margherita» visto che «solo lui era a conoscenza delle singole operazioni, solo lui aveva il potere di firma, oltre a Rutelli che non se ne è mai servito», anche la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'ex tesoriere della Margherita era già stato condannato dalla Corte dei Conti, lo scorso dicembre, a versare 22,8 milioni di euro allo Stato per danno erariale.
Decisamente sollevato Francesco Rutelli, ex presidente della Margherita. «Giustizia è fatta. Vengono dimostrate le esclusive responsabilità dell'ex tesoriere e dei suoi complici, e la nostra totale onestà, di politici e persone perbene».
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