Tagli illusori senza sovranità il commento 2

di L' unica bugia di Matteo Renzi che veramente deve preoccupare tutti noi italiani non è né il tradimento di Letta («Enrico stai sereno»), né il tradimento della democrazia («Non accetterò di prendere il potere con una manovra di palazzo»), bensì l'inganno che il risanamento attraverso la riduzione del cuneo fiscale possa essere conseguito tassando il patrimonio, decurtando la spesa pubblica e dando la caccia agli evasori. È la stessa ricetta che ci hanno rifilato prima Monti e poi Letta, con risultati catastrofici: con Monti il debito pubblico è aumentato mediamente di 7,5 miliardi al mese, mentre con Letta il debito è aumentato di 9 miliardi al mese! Con Monti il debito pubblico è aumentato in 17 mesi di 128.904 miliardi attestandosi a 2.041 miliardi, mentre con Letta il debito pubblico è aumentato in 7 mesi (da aprile a novembre 2013) di 63 miliardi, attestandosi a 2.104 miliardi di euro! La cosiddetta politica di austerità, volta a rispettare costi quel che costi il vincolo del 3% nel rapporto deficit/Pil impostoci da quest'Europa dei burocrati e dei banchieri, sta uccidendo non solo il nostro corpo (ci sono 4 milioni e 100 mila italiani che fanno la fame), ma soprattutto la capacità d'intendere e di volere, al punto che fatichiamo a prendere atto della realtà dell'Italia ricca che si trasforma in italiani poveri, del fatto che abbiamo beni e servizi per far stare bene tutti ma sempre più italiani non hanno i soldi per acquistarli. Il paradosso è che abbiamo tutto tranne i soldi a sufficienza. Com'è possibile che gli economisti si accaniscano contro la spesa pubblica e la guerra ad oltranza all'evasione, quando è palese che il problema principale è il debito dello Stato (2.067 miliardi), delle banche (1.275 miliardi), delle imprese (1.200 miliardi) e delle famiglie (975 miliardi), complessivamente 5.517 miliardi, pari al 326% del Pil, sui quali ogni anno si pagano interessi passivi pari al 4%, ovvero 220 miliardi che equivalgono al 14,6% del Pil? Un governo che avesse come priorità l'interesse dell'Italia e avesse a cuore il bene degli italiani dovrebbe occuparsi esclusivamente di porre fine al salasso dell'esorbitante e inarrestabile costo degli interessi sul debito che, rappresentando un costo improduttivo per il sistema, sottraggono risorse destinate all'economia reale e restringono sempre più la massa monetaria, attraverso tasse sempre più alte e stretta creditizia sempre più rigida. Evocare, come ha fatto Delrio, di tassare i Bot, significa che Renzi seguirà le orme di Monti e Letta e che la nostra situazione non potrà che peggiorare. La ragione è semplicissima: per disporre dei soldi necessari per far fronte al costo della Pa (830 miliardi) e per pagare gli interessi sul debito pubblico (85 miliardi), lo Stato è costretto a emettere regolarmente titoli di Stato, che sono titoli di debito che aumentano il debito, gli interessi sul debito e le tasse che gravano sui cittadini. Per uscire dalla spirale suicida che obbliga lo Stato a indebitarsi per ripianare il debito, l'unica soluzione è che la moneta venga emessa dallo Stato e non più dal sistema bancario. Non c'è più tempo: ogni giorno muoiono mille partite Iva, famiglie devastate, italiani impoveriti, cittadini istigati al suicidio. Il governo Renzi è una nuova puntata della telenovela della dittatura finanziaria che sta uccidendo l'economia reale, la democrazia e la nostra civiltà.

Prolungano scientificamente la nostra agonia per ridurci a un tale stato di prostrazione che, tra non molto, noi italiani li ringrazieremo quando a fine giornata ci concederanno il piatto di minestra. Non c'è più tempo: fuori dall'euro, Banca d'Italia pubblica, separazione banche commerciali e d'affari, crediti alle imprese, difesa della famiglia. Salviamo gli italiani!

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